Le ultime parole di Kibuki non avevano più effetto su Luce, che si ritirò nella Cross rinvigorita dal potere della Scatola Nera e così avanzò lenta e inesorabile, verso il suo sepolcro.
Passarono molti mesi, la forza del DarkRegin si espandeva sempre più e la cupola protettiva di Utsunomiya, che serviva a tener lontano gli umani da certe notizie, lentamente si era allargata sui confini. Molti vampiri e molti hunter vennero sopraffatti e d’altronde, non c’era da stupirsi, non era colpa della Black Box se la maggior parte di loro covava in se una così forte parte oscura oppure avevano una tale debolezza mentale da risultare quasi un gioco prendere il sopravvento sul loro cervello. Forse era venuto il momento che le stesse organizzazioni si soffermassero a capire ciò che facevano sui loro membri: stress mentale, condizioni di vita allo stremo, nonché ideali che distruggevano la persona stessa.
Jane era riuscita a salvarsi per un pelo, grazie all’intervento di Jeb e da allora non aveva fatto altro che tentare di fortificare le sue idee e convinzioni, nonché partecipare a varie missioni, la maggior parte finite nel medesimo modo: ritirata/strage; ma un paio di volte riuscì a rifilare due pallottole ai tirapiedi di Luce. Purtroppo era inespugnabile quella fortezza che aveva creato la cacciatrice dagli occhi rossi e già quando si superava quella sorta di sfera si sentiva la presenza oscura della BB.
Ma quel giorno, Jane, stava a bere tranquillamente quando il barista la chiamò dicendole che la volevano al telefono; non era tipa da cellulari, quindi aveva lasciato detto agli infermieri che se Kibuki si fosse ripreso potevano chiamare al bar così da rintracciarla facilmente e così accadde.
«Pronto? Cosa? Davvero!? Arrivo subito.»Lasciò la cornetta penzolante, passo velocemente dal bancone scolandosi il rimanente della birra, lasciò il conto e scappò via.
Arrivata all’ospedale, ottenne le dovute informazioni e si fiondò dal suo amico.
Una volta sulla porta gli sorrise.
«E così ti sei ripreso eh? Stavo iniziando a sospettare che dormissi per non lavorare.»Entrò e si sedette sul bordo del letto.
«Come ti senti? Sai... non è stato molto saggio da parte tua attaccare da solo Luce»Gli parlò con tono più amorevole. Da un lato era felice che fosse rimasto fuori dai casini di quei mesi... pensarlo nella lista dei morti gli dava enormi dispiaceri.