| Non sapeva nemmeno lui come sentirsi. Da un lato, la vita di semplice studente era quello che aveva sempre desiderato, aveva sprecato settimane intere a invidiare sua sorella, anche quando tornava a casa strillando contro i professori ingiusti, o, per cambiare un po', inveiva contro compagni di classe troppo stupidi per essere reali. Le dava volentieri una mano quando si trattava di studiare, anche se questo significava stare chino sui libri per ore, sacrificando preziose ore di sonno per non farsi cogliere impreparato, per corrispondere allo stereotipo che Selene aveva del fratello maggiore che sa sempre tutte le risposte, che non sbaglia mai. Dall'altro lato, fin dal momento in cui aveva messo piede dentro l'accademia, aveva sentito crescere un'irrazionale preoccupazione, dovuta al fatto che con i rapporti interpersonali non era mai stato particolarmente brillante. Ora, non fatevi un'idea sbagliata, amava le feste e la compagnia, ma non aveva mai avuto molte occasioni per pensare allo svago, passava la maggior parte delle giornate allenandosi, oppure compiendo le missioni che suo padre adottivo gli affidava in vece della Vampire Hunter -il più delle volte gli chiedeva di fargli da spalla, lo trovava ancora troppo inesperto per uscire da solo. Non aveva tutti i torti. Nonostante la ferrea disciplina che Rin dimostrava in missione, aveva la brutta abitudine di lasciarsi andare all'ansia, accentuata da un retrogusto di sano pessimismo, che non lo abbandonava mai. Magari gli altri non lo notavano, ma per suo padre era un libro aperto, era inutile che cercasse di nascondere le sue preoccupazioni, in un modo o nell'altro riusciva sempre a coglierle. Continuò a salire la lunga scalinata. Aveva la netta sensazione che i polmoni gli stessero andando a fuoco, non si poteva certo dire fuori allenamento, ma l'agitazione per trovarsi in quel luogo nuovo, completamente solo, aveva avuto la meglio sulla razionalità e per salire sulla torre aveva corso tutto il tempo, salendo i gradini a due a due fin dalla base. Masochismo represso? Forse, ad ogni modo, non ebbe tempo per approfondire lati nascosti del suo carattere, ormai era arrivato in cima quando una melodia giunse alle sue orecchie. Continuò ad avanzare finchè non si fece più chiara. In realtà era solo una voce femminile che cantava, non era accompagnata da alcuno strumento, eppure era così armoniosa che nemmeno un'intera orchestra le avrebbe reso giustizia. Continuò a salire con passo felpato, come incantato da quel suono, non riconosceva le parole, ma aveva come la netta impressione che non avrebbe comunque prestato attenzione al testo, anche se pronunciato in una lingua a lui nota. Socchiuse appena la porta che dava sulla cima della torre, non voleva disturbare. Purtroppo quello che voleva e quello che faceva erano due cose ben diverse. Attese un momento di silenzio e iniziò a battere le mani, in un applauso completamente meritato. Poi si rese conto di essere spuntato dal nulla e aver disturbato quella figura, difficile scorgerne chiaramente i contorni anche alla luce della luna. Non tutti apprezzavano l'invadenza. Io... ehm... ecco... Cominciò, senza trovare davvero le parole adatte. Poi sorrise radiosamente. Hai una voce magnifica. Ecco, in genere i complimenti funzionavano sempre, non c'era nulla di male nell'essere moderatamente ruffiani.
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