L'arrivo trionfale di Demonfilia, Jane e Kibuki

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Jane Matto Demonfilia
view post Posted on 5/8/2013, 17:45




Aria torrida. I meteo la davano per una delle giornate più calde dell’estate, non per niente gli avevano dato il “Bollino rosso” che già come nome crea soffocamento e calore, nonché riportava alla mente la bandiera giapponese e quindi, per un certo ragionamento, si poteva dire che erano “I Giorni Giapponesi”. Questo non faceva altro che rievocare altre immagini accostate al suono di tamburi e gong, facevano tornare in mente le scene di “Seppuku” e di quel samurai seduto sulla rena di un cortile aperto, picchiato dal sole più che dal suo orgoglio e le lunghe inquadrature ed i lunghissimi silenzi, gli sguardi pesanti, i kimono stretti alla vita, l’attesa di un movimento; oppure quell’altro film “Tokyo monogatari”: la calma serafica dei due vecchietti, le zanzare che gli ronzano attorno ed il loro scacciarle con movimenti troppo lenti. “Bollino rosso” il solo nome faceva crescere l’arsura, i soli pensieri che evocava erano soffocanti e l’aria esterna era così calda che respirare a bocca aperta non faceva che aumentare il desiderio di una goccia d’acqua fresca, limpida, cristallina.
La vie erano deserte, appena un filo di polvere si alzava trascinato da un vento caldissimo. Le finestre delle case serrate, le persiane abbassate nel vano tentativo di abbassare la temperatura creando l’ombra ed i miseri rumori che si sentivano erano ronzii lontani di mosche, attaccate ai cassonetti dell’immondizia, dove la spazzatura fermenta in quelle gabbie di ferro, di cicale che tentano, in uno sfrenato concerto d’archi, di creare il vento Boreale, ma ne esce appena un misero Grecale ed il silenzio, silenzioso avanzava con passi da pesante elefante facendo scomparire il canto degli uccelli, facendo accendere i condizionatori che gettavano altra aria calda per quelle strade.
«Bollino rosso...maledetto!»
Una goccia di sudore si faceva strada sulla pelle già avvolta da una placenta umida e tentava di raggiungerne altre partendo dalla fronte, battuta da alcuni ciuffi di capelli argentati, per poi convogliarsi con le altre sul mento piccolo di quel viso.
Una finestra di un piano basso era stranamente aperta e da essa usciva il ronzio d’un ventilatore e la voce del conduttore televisivo che diceva con tono allegro: «[...] c’è il Bollino rosso fuori, ma per fortuna voi siete ancora qui con noi a giocare! Mi raccomando, non uscite e...non cambiate canale!»
Sulla fronte un guanto lungo fino a metà avambraccio, chiuso da alcune cinghie nere e con le dita smussate a metà, assorbì parte del sudore, ma fu un atto tanto inutile quanto eroico, poiché bastò un secondo netto per far umidificare ancora la parte.
«Maledetto Bollino rosso!»
A terra i passi avanzavano un po’ spossanti, ma comunque con una certa dignità e ciò che calzavano quei piedi era perfetto per l’ambiente e per la giornata: degli stivaletti color rena rossa, in stile western, da questi partivano le gambe nude fin quasi al bacino dove un pantaloncino del medesimo colore e stile la copriva fin sotto l’ombelico, più su invece stava una maglietta totalmente scollata sulle spalle, dove era unita solo da due lacci, uno superiore, attorno al collo, e l’altro inferiore; la maglietta mostrava una croce romana stilizzata ed era blu scuro o almeno così sembrava sotto quel sole ruggente che tutto schiarisce. Colmo dei colmi, il collo non era scoperto, ma una lunga sciarpa rossa vi era ben avvitata e le due estremità scendevano giù per la schiena, dove si mostrava un tatuaggio, che partiva dalla spalla e finiva sulla schiena, di un ala d’angelo stilizzata.

Dopo minuti interminabili di cammino arrivò a destinazione e qui si accasciò sulle sbarre di ferro del cancello di quella che doveva essere l’entrata alla Day Class. L’avambraccio sinistro si poggiava sulle sbarre, incandescenti, e sopra di esso si poggiarono quei capelli fra l’argentato e il bianco, abbastanza corti, per una ragazza, ma che mostravano due ciuffi lunghi vicino le orecchie.
Una voce, la sua voce, ansimante parlò a tratti, poiché fra una parola e l’altra riprendeva fiato.
«Maledetto... Bollino... rosso...!»
 
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Shonen.DÅFunnyMan™
view post Posted on 5/8/2013, 18:38




« È difficile capire il fascino del pachinko. Non c'è dubbio che esso costituisca una fuga dalla realtà, una droga; ma solo un popolo fondamentalmente buddhista poteva accettare con gioia proprio questo specialissimo tipo di fuga. Quali sono le tecniche buddhiste per arrivare all'illuminazione? Ce ne sono varie, ma una delle principali consiste nel liberare del tutto la mente dai pensieri contingenti perché possa farvisi luce la verità. E come si ottiene questa liberazione? Ripetendo fino ad annichilire la coscienza una frase, un mantra, una breve giaculatoria. Ecco il terreno subconscio su cui il fenomeno pachinko è poi esploso. »

Giocatore d'azzardo?... no, odiava quel genere di cose che la maggior parte dei Giapponesi, ricchi e poveri facevano per farsi un bel gruzzoletto.
Odiava ogni cosa che aveva a che fare con il gioco d'azzardo.
Come diceva quella stramaledettissima frase, citazione di un beneamato uomo che neanche lui stesso ricordava il nome, "il Pachinko è una droga".
Una droga, vero!, ma solo per gli smidollati che pensano di essere baciati dalla dea bendata.
Una droga per coloro che ormai erano ossessionati dai propri problemi cercando così di affogarli nel gioco d'azzardo!
Continuava a rimbombare nella testa del cacciatore quella frase, sollecitata da Frank qualche giorno prima al telefono e letta anni fa in un qualche libro ormai perso o buttato...
Lo chiamava "il vecchio", Kibuki dava quell'appellativo a colui che aveva scritto quella frase.
Il vecchio parlava anche di Illuminazione!, non solo del Pachinko come gioco di fortuna, ma anche di quella strana filosofia Buddhista...
Ecco, quei giorni, Kibuki era "Illuminato", in senso più che positivo...
Illuminato dalla fortuna!
Kibuki non si riteneva fortunato, perchè non andava a cercare la fortuna, appunto, si riteneva Illuminato dalla fortuna, il che rendeva le cose filosoficamente diverse!
Era stato fortunato!, la Vampire Hunter gli aveva dato un anticipo che non sarebbe dovuto aspettare a lui.
Kibuki era una persona molto onesta (quando serviva) ma quella volta fece un Eccezione.
I soldi sarebbero dovuti arrivare al povero Amtaro Onizaka, ma, probabilmente per un errore di amministrazione furono spediti a Kibuki Onizuka!
Quella non era solo fortuna!, era la strada per arrivare all'illuminazione che intendeva il buono e saggio vecchio!
Inoltre fu esortato anche da Frank, essendo l'unico nel sapere dell'errore oltre a Kibuki, ovviamente.

Afferrato il pacco di denaro che gli era stato dato, lo mette in una borsa e si avvia per la città.

CITAZIONE
"Haha!, cazzo amico, tu si che hai fortuna! Questo è un segno!, un palese segno!, la dea bendata presto ti tirerà giù i pantaloni e ti farà una succosa sega a due mani!!
Non buttare via questa occasione!,in ogni città del giappone ci sono un mucchio di locali di Pachinko!
"Pachin Pachin!!"
Sono sicuro che diventerai ricco!, fottitene di Amtaro, questa volta dimenticati della tua indole da "buon protagonista" è il tuo momento! "

Beh... doveva ammettere che Frank aveva un po' influito nella sua scelta.
Fortunatamente che gli venne detta quella citazione, che poi venne utilizzata come ulteriore spiegazione al suo "furto", auto motivandosi che non era stata una cosa tanto grave...

Appena uscito dalla sua camera, chiuse a chiave la porta e poi con un passo abbastanza veloce si diresse fuori dal dormitorio.
Era mattina, mattina presto e faceva un insolito caldo "afoso", ma quello non avrebbe fermato Kibuki dal diventare Milionario!
vincerò!, sono sicuro che vincerò! "Pachin pachin!!!!"


QUALCHE ORA DOPO:

Non c'era nessuno... in realtà non c'era mai stato nessuno, tutti si difendevano dal caldo afoso, facevano bene!
Il sole era alto nel cielo, e le nuvole non regalavano molta ombra...
Una persona, una figura abbastanza alta e robusta, con solo una maglietta a maniche corte, le quali maniche erano arrotolate su se stesse e con un borsone legato a tracolla, si stava avvicinando verso l'entrata della Cross.
Aveva un'aria molto seria, la testa bassa per coprire gli occhi dal sole, il passo era lento e tranquillo, una mano stringeva la borsa e l'altra stava nella tasca, sudata come mai prima d'ora.
Finalmente si intravide il volto, era Kibuki!!
Arrivò nei pressi dei cancelli dorati, sempre aperti dell'accademia.
Si fermò immobile, sotto il sole senza fare nulla di importante.
Teneva, comunque la testa bassa...
Poco dopo si avvicinò un ragazzo, indossava la divisa nera, nonostante il caldo.
Aveva un che di strano, come se fosse ubriaco.
Non aveva una bella cera, era pallido in volto, e gli occhi sembravano persi nel vuoto, ma cosa più strana, aveva un sorriso stampato sul volto "decorato" da alcuni lividi in volto e un po' di sangue.
Non ci fece caso Kibuki, anzi ignorò quella sua espressione, fino a che nongli si avvicinò chiedendogli con voce bassa
Hai... una sigaretta?...
Finalmente anche Kibuki alzò lo sguardo, e lo vide, ma prima di accennare qualcosa sulle condizioni del volto del ragazzo sospirò dicendo
no... ho perso tutto a Pachinko!! e poi, dandogli una pacca sulla spalla lo superò, trascinandosi dietro la borsa completamente vuota.
Solo qualche metro dopo superato il ragazzo, ripensò a cosa aveva appena visto... in che condizioni era?!
Si girò per vedere meglio, ma era già scomparso...
Intravide però, da lontano una persona, i capelli bianchi quasi lo infastidivano, sotto quel sole cocente, infatti non rimase a guardarla per molto e fece per andare verso un posto più fresco, magari sotto un albero a piangere per la sua memorabile "bancarotta".
"Pachin Pachin" un cazzo!
 
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Jane Matto Demonfilia
view post Posted on 5/8/2013, 19:15




Fu così presa da quel caldo che neanche si accorse cosa stava accadendo attorno a lei: un ragazzo alto e robusto, trascinando con se un borsone vuoto aveva avuto uno scambio di battute con uno studente della Day Class.
Jane stava chinata in avanti, godendosi il piacere di nascondere il viso al sole, anche se la nuca era così calda che poco ci mancava che le venisse un’insolazione; ma c’era tensione nell’aria, c’era chi odiava il caldo e c’era chi odiava il Pachin, qualsiasi cosa fosse. Ma se era riuscita a scamparla alla visione quasi da zombie di quel ragazzo, non poteva ignorare il grido che da lì a poco si levò.
«Pachin, Pachin un cazzo!»
La disperazione del ragazzo era così tangibile che al suo grido tantissimi uccelli presero il volo dalle fronde degli alberi della scuola, per andare chissà dove, forse in un rifugio più tranquillo e rilassato. Chi rimase impassibile a quelle parole furono le cicale, ormai sorde per il loro continuo suonare.
Un paio di occhi fra i toni scuri del nero e qualche bagliore rossastro, attraversarono le sbarre che avevano davanti, volarono a pelo d’erba sul cocente cortile e si andarono a posare lì, nel punto in cui era partito quel grido di sfogo.
Prese un bel respiro e seguendo un movimento di braccia, che pareva quello delle flessioni, sulle sbarre si ristabilì in posizione orizzontale. Lo sguardo si fece deciso e non si scorsero più i segni della sofferenza a quel caldo torrido, almeno per pochi secondi; poi le spalle tornarono ad afflosciarsi, seppur ogni tanto cercavano di ritirarsi su, ma il caldo era insopportabile per colei che portava ad Agosto, una sciarpa legata al collo, sopportandone le conseguenze.

Nonostante i piccoli acciacchi, avanzò ancora. Era lì perché voleva tastare il territorio prima di decidere di iscriversi, seppur Bonpasse le avesse assicurato che era una scuola ottima (anche se portava degli ideali errati), aveva avuto la possibilità di tornare dall’ultima missione in estate e quindi ormai doveva attendere settembre per potersi iscrivere; ma non mancavano le visite sporadiche e già quando attraversò i cancelli tutto sembrava strano. Era come se l’aria stessa cambiasse da dentro a fuori, pur non mitigando per niente il caldo della giornata, ma qualcosa iniziò a gravare sulle spalle di lei e dopo qualche passo fu quasi intimorita dall’entrare nell’istituto.
Così si guardò attorno e adocchiò un ragazzo seduto sotto un albero con aria sconsolata, forse lo stesso che fece scappare gli uccelli.
Avvicinandosi senza timore, decise che poteva essere il momento per parlare con qualcuno di lì, chiedergli qualcosa riguardo l’Istituto e...
Mancava ormai poco, neanche mezzo metro fra i due e quando lo vide meglio da vicino, senza il bagliore del sole, si accorse che lo conosceva, lo conosceva molto bene! Era Kibuki Onizuka, uno dei quattro cacciatori della Cross che sconfissero il gigante! Non poteva crederci di essere lì, davanti a lui per un puro caso del destino... no, qualcosa doveva significare.
«Sei...»
Deglutì.
«Sei Onizuka? Kibuki Onizuka?»
Scioccamente e presa da quella visione si era dimenticata di presentarsi e rimase così: sospesa nell’attesa di un “Sì” che avrebbe reso quella giornata meno insopportabile.
 
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Shonen.DÅFunnyMan™
view post Posted on 5/8/2013, 20:29




Stava sotto quell'albero a piagnucolare e a lamentarsi del suo fallimento, lanciando maledizioni a Frank e anche al vecchi, maledicendosi anche da solo!
Ahh... io odio i giochi d'azzardo!, che cavolo ci sono andato a fare?!... mi stanno venendo i sensi di colpa!
Sospirò scocciato
Sono sicuro che questo "Amtaro" sia una persona ben pagata!... ohuf!, dannato Frank!
Strappava l'erba con le mani e la lanciava via dalla rabbia.
Dopo la depressione e i sensi di colpa sopraggiunse la rabbia che lo portò appunto ad urlare quella frase che fece scappare i poveri uccelli che si erano sentiti minacciati!...
Alzò lo sguardo che da qualche secondo era rimasto puntato dritto su un ciuffetto di erba appena strappato, poi sentì dei passi.
Una persona sembrava volersi avvicinare a Kibuki, e lo fece abbastanza velocemente.
Rimasero a guardarsi senza dire nulla fino a che questa ragazza, che riconobbe essere la stessa che qualche minuto aveva visto da lontano, non si avvicinò di pochissimo al cacciatore...
Sembrava sbalordita, come se avesse visto una figura mitologica, li per li, Kibuki pensò che la nuova arrivata volesse chiedere informazioni ma fosse stata un po' timida, infatti seguendo quella teoria, Kibuki con un tono abbastanza calmo le chiese
Buongiorno... hai... bisogno di qualcosa percaso?
Non durò molto il silenzio, infatti la ragazza gli fece una domanda abbastanza insolita.
"Sei Onizuka?"
Gli si ghiacciò il sangue nel corpo...
Pochi giorni prima era andato con alcuni compagni della Vampire Hunter in un locale a luci rosse, però si ricordava ben poco di quella serata, e quello che si ricordava era molto vago e sembrava passato ormai fin troppo tempo...
Nessuna ragazza, prima di quel giorno gli aveva mai chiesto se era lui veramente...
Non si immaginava nemmeno che quella era una cacciatrice come lui.
Comunque, quella paura gli venne d'un tratto, perchè gli avevano detto che aveva fatto un casino talmente grosso che furono buttati fuori dal locale...
Non sarà che questa ragazza è venuta a cercarmi in seguito all'ultima sera con i ragazzi?!!
Kibuki era un ragazzo spensierato, però quando sapeva che aveva dei possibili debiti con dei locali o con delle persone singole, andava nel panico, poichè era sempre al verde!
Rimase zitto, guardava negli occhi la ragazza mentre qualche goccia di sudore gli percorreva il volto e cadeva a terra.
Fece un lunghissimo sospiro.
Oggi non doveva essere la mia giornata fortunata?!!
S... S... S.... SSS... si...
Anche se lo disse, non voleva davvero dirlo, infatti le sue stesse labbra si chiudevano impedendo al "si" di uscire.
Comunque, appena pronunciata la risposta affermativa, chiese senza esitare.
Non ci siamo mai visti vero?!.... non lavori per qualche locale vero?!!...
Mentre lo diceva, lo stesso ragazzo che prima l'aveva fermato, passò vicino ai due.
Kibuki non riuscì a vederlo, ma sicuramente la ragazza, che era davanti a lui sarebbe riuscita a guardarlo.
Questo sembrava indeciso, non stava bene anche se mostrava una strana tranquillità, si abbassò per pulirsi le scarpe, ma proprio quando era chinato un gruppo di ragazzi, gli si avvicinò urlandogli contro.
Uno del gruppo gli si avvicina ancora di più per provocarlo, ma questo alzandosi, colpisce il suo volto con la testa, facendolo cadere a terra svenuto.
Quella mossa suscitò la rabbia del gruppo che si avventò contro il ragazzo, che manteneva un lugubre sorriso..
Kibuki, non si alzò, però era pronto ad intervenire da un momento all'altro.
Però non sapeva chi proteggere, chi era il "buono" e chi era il "cattivo"...
Non si erano mai viste risse all'interno della scuola prima d'ora, tra i ragazzi della Day.
Guardando la scena comunque, Kibuki esclamò un bel Che cazzo stanno facendo?!
 
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Jane Matto Demonfilia
view post Posted on 5/8/2013, 22:41




Chi era Kibuki per lei? Un eroe, come lo erano altri Hunter che parteciparono a quella missione e di alcuni ricordava il nome: una certa Iaki o Ciaki o giù di lì, Arianna...non ricordava bene il nome ma il cognome sì, Poison! E poi c’era la cacciatrice dagli occhi rossi di cui ignorava nome e cognome ma ne aveva sempre sentito parlare in quei toni e la loro presenza in quell’istituto era uno dei motivi che la spingevano ad andarci, lei aveva appena, appena superato i test e, data la sua bravura nella media, non le affidarono mai un maestro fisso, ma restò sempre insieme a tutti quei cacciatori che (secondo le statistiche della Vampire Hunter) non sarebbero mai diventati dei numeri uno. Nonostante ciò lei era sostenuta da sui padre e lui le aveva sempre detto di credere in se stessa e di fare ciò che voleva con determinazione e costanza, è così d’altronde che nacque il cognome Matto.
Le risultò strano che sul volto del presunto Kibuki, si era andata a formare un’espressione dubbiosa, corrucciata forse... impaurita. Di cosa doveva aver paura poi? Aveva visto in faccia il leggendario Ciclope! Aveva svolto missioni incredibili ed ora davanti a lei sibilava tremante un timido “Sì”?
Divenne dubbiosa, l’espressione timida di prima lentamente scemò, mentre alcune grida iniziavano a riempire l’aria torrida di quel maledetto giorno d’estate.
Sentì qualche discussione, poi alcuni cazzotti volare sullo stomaco e sulla faccia di qualcun altro, tutto farcito da calci sporadici, ma ancora non si curava di loro, osservava scrupolosamente Kibuki con il presentimento e timore che lui non fosse chi aveva affermato di essere.
Si chinò ancora verso di lui, rimase a qualche centimetro dal suo viso e puntò i suoi occhi, cosa che non riusciva a fare normalmente, ma in quel caso i troppi dubbi la stavano assillando e voleva estirpargli una negazione a ciò che aveva detto, mentre dietro la zuffa aumentava e l’imputato al tribunale degli occhi della cacciatrice, riuscì a svicolare dall’accusa puntando il dito contro altri.
« Che cazzo stanno facendo?!»
Il leggendario Kibuki? Era davvero lui!? Il cacciatore che non usava alcuna arma per combattere gli immortali, ma si serviva della sua sola forza...? E certo che fisicamente era proprio come lo ricordava, ma perché tentennare, tremare alla semplice identificazione?
C’erano troppe domande e... faceva troppo caldo.

Lei si voltò appena, risollevando il busto, ed era palese che c’era una zuffa fra studenti, elemento che non le era stato mai rivelato prima d’ora. “La Cross è un bel posticino tranquillo. Eccetto quando tentiamo di metterla in ginocchio”, disse Bonpasse ridendo, prima di tirare una boccata di fumo dalla sua sigaretta e quelle parole parve risentirle echeggiare nella sua testa e ciò le dava sui nervi, cosa strana, visto che solitamente non era una ragazza che prendeva subito fuoco ma in quell’ambiente...
Portando le mani sul fianchi del pantaloncini, tolse la cinghia che teneva legate le pistole e dopo averle fatte roteare velocemente sparò in aria, perforando qualche foglia dell’albero; così facendo attirò l’attenzione di quei ragazzi, i loro sguardi erano strani, come fossero vuoti, privi di una vera coscienza, inespressivi, come certi attori di fiction.
Quando tutti la guardarono lei abbasso le pistole verso il gruppo, erano almeno una decina e rimasero fermi in una posa plastica, così a lungo che un pittore avrebbe potuto finire un quadro.
Lei, dal canto suo, non fiatò, si prese il piacere di sentire i lembi della sciarpa dondolare cullati da quel vento caldo, perché erano le sue rosse ali!
«Ora basta litigare.»
Doveva avere un tono fermo, deciso in modo da intimorirli ma, invece, il suo parlare sembrò spezzare quel silenzio e tutti loro si fiondarono verso di lei con intenti non proprio buoni. Non aspettandosi qualcosa di simile si meravigliò ed i pensieri si accavallarono e così, proprio come avveniva in esercitazione, non riusciva più a pensare...!
«Cosa farebbe Wolverine? Lui sa sempre cosa fare!»
Pensò, ma fu un pensiero esternato a fiori di labbra, ma loro erano a pochi passi ed i pugni già carichi; così si chinò in fretta, incrociando le braccia sulla testa, e nella paura invocò il nome di lui, sperando che davvero fosse il famoso cacciatore.
«Onizuka la prego!»
 
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Shonen.DÅFunnyMan™
view post Posted on 5/8/2013, 23:45




Non c'era molto dialogo tra i due, anzi non c'era proprio.
La nuova ragazza non si era presentata, ma sembrava conoscerlo in qualche modo...
D'un tratto stava iniziando a credere di aver fatto la cosa sbagliata nel dirle il nome.
Lavora sicuramente in quel locale... sono nella cacca, giàgià!
Quello fu il primo pensiero che gli balenò in testa, e francamente non gli piace per nulla.

Comunque, un gruppo di circa cinque ragazzi stavano pestando un solo individuo, che comunque sia manteneva quella sua irritante espressione "felice".
Però quelle persone erano scordinate, come mosse da qualcuno di esterno.
Alcuni colpi erano sprecisi, altri non colpivano neanche il bersaglio, o peggio si colpivano a vicenda.
Era una cosa molto squallida.
Kibuki iniziò ad alzarsi per ristabilire "pacificamente" la situazione, e magari portare all'ospedale il poveraccio che veniva picchiato, quando quella strana ragazza afferrò delle pistole...
Lo sapeva che non era il caso ma tornò a pensare al fatto che quella lavorava in quel locale...
Ha anche la ferraglia... mi strappa le palle sicuro... sicuro!
Si doveva ammettere che quel fatto era diventato unc hiodo fisso per lui, tanto da scherzarci sopra.
Comunque, la ragazza puntò le pistole dritte verso il gruppo, comandando di smettere di fare tutto quel casino.
Lasciò parlare la ragazza stando zitto, vedendo quella pericolosa situazione, persone normali sarebbero scappate via urlando
"Ha una pistola!!" o "chiamate il preside!", ma qualcosa non andava, anzi era fin troppo strana.
Quelle persone erano strane, i loro movimenti erano strani e le loro azioni... da stupidi.
Questi, in un primo momento smisero di colpire il ragazzo, si bloccarono, come se fossero stati ghiacciati, ma poi, senza esitare ancora si avventarono verso i due.
La ragazza sembrava sapere il fatto suo, almeno sapeva manggiare una pistola, ma soprattutto, vide come, costrinta dalla situazione, non sparò ai ragazzi.
Quella era stata una cosa molto positiva, molte persone che conosceva, non avrebbero esitato a colpire qualche ragazzo, magari lanciando un sonoro e doloroso avvertimento, quella no.
Abbassò le armi e blaterò qualcosa su Wolverine:
«Cosa farebbe Wolverine? Lui sa sempre cosa fare!»
Dipendente o no, stava iniziando a stargli simpatica la ragazza, ma comunque, non avrebbe permesso lo stesso a quel gruppo di teppisti scatenati di torcerle un capello.
Fece una breve risata, e afferrò la sua borsa che era stata poggiata a terra e la indossò assicurandosi che la tracolla non gli avrebbe dato alcun fastidio.
Poi con un fare da vero eroe disse
Li prenderebbe tutti a calci in culo.
Diede una veloce pacca sulla testa alla ragazza, come se la volesse "pattare", poi, si avviò velocemente verso il gruppo scatenato

Ricordati, non sono vampiri, colpire i punti deboli ma non distrugerli!.
Colpire ma non distruggere... colpire ma non distruggere!

si avvicinarono tutti assieme.
Non attaccarono però contemporaneamente, questo favorì la situazione già poco critica per la vittoria del cacciatore, esperto in molte delle tecniche di combattimento.
Un ragazzo, che già qualche volta aveva visto, ma a causa della sua brutta cera non aveva riconosciuto, gli sferrò un pugno, era debole come colpo, quindi, Kibuki intercettandolo, spostò il pugno con solo la mano accompagnando il suo polso, che era teso, verso l'alto, facendogli percorrere una semi luna così rendendolo scoperto in volto, che ovviamente colpì subito dopo con una testata dritta sul naso accompagnata da un sonoro "Crock".
Questo si abbassò, di circa 90° portandosi la mano sul naso sanguinante.
Prima che il cacciatore lo riuscisse a colpire nuovamente, però si avventò contro di lui tutto il gruppo rimanente, composto ora da quattro persone.
Appena vide che uno tra questi stava per caricare un ennesimo pugno, il cacciatore, previde anche quella mossa, infatti saltò all'indietro (dove stava il ragazzo colpito dalla testata ancora chinato), afferrò la borsa, svilandosela e gliela tirò contro tenendo la tracolla con una mano.
La utilizzò come "corda" alla western, infatti "inglobò" il ragazzo tra il laccio e la borsa.
Lui si era lanciato all'indietro, infatti la borsa andò a premere sulla schiena del nemico facendolo avanzare verso Kibuki.
Appoggiò la mano inutilizzata sulla schiena del tizio chinato per oltrepassarlo, portandolo così sempre più vicino al suo compagno, per poi "legare" alla meno peggio il laccio che teneva ben saldo in mano, sul gomito del tizio che stava piegato per dare la possibilità alla mano di tamponare la ferita.
Utilizzando il gomito, fortunatamente riuscì nel suo intendo. I due andarono a scontrarsi colpendosi reciprocamente, finendo K.O. tutto comunque successe in pochi secondi.
Dopo questa veloce mossa, i due rimasero "bloccati" nella tracolla che era abbastanza stretta per tutti e due.
Ne rimanevano ancora 8!, che non si lasciarono intimorire dalle acrobazie di Kibuki.

Tre di questi partirono dal gruppo.
Schivò a destra, parò a sinistra, si abbassò per non essere colpito sopra la testa, tutto nella stessa azione.
Quelle persone erano al massimo conoscenti delle arti di strada, non avevano la tempra sufficente per colpire anche una volta Kibuki, Infatti, evitati i colpi, si mise al lato del terzo, facendo un veloce scatto, poichè erano messi in fila , come appunto in un possibile pestaggio da strada uno contro tre, e con un solo pugno li colpì tutti, prima che loro riuscissero a rendersene conto caddero tutti e tre simile al domino.
Si trovò accerchiato da parecchie persone, vogliose di picchiare le mani.
Quella volta tutta la sqaudra si scatenò sul cacciatore.
Il più vicino di loro si guadagnò un bel pugno sulla bocca dello stomaco, appena colpito Kibuki lo lanciò via con un calcio colpendo altri due persone che sovrastati dal peso del tizio caddero.
Dalla "via di uscita" che aveva creato, scappò dal centro della mischia, trovandosi faccia a faccia con i nemici, i due con una inumana cattiveria si tolsero di dosso il compagno e tornarono nella zuffa.

Non amava pestare i ragazzi, soprattutto quelli più piccoli di lui, ma cavolo, in quella situazione ci sarebbe stata proprio bene una canzone per accompagnare il combattimento!

Sorrise alle provocazioni dei ragazzi, alcuni presero dei legni da terra o dei rami strappati dagli alberi.
Quella volta fu Kibuki a scagliarsi per primo. Non era molto umido, però sarebbe funzionato, Si guardò dietro le spalle per vedere di non avere nessuna seccatura dietro poi si lanciò.
Corse verso la mischia, e poco prima di venir colpito da quella miriade di pugni, calci o legnate, scivolò sotto le gambe di uno dei tizi, poichè fin dall' inizio aveva trovato un passaggio per andare dietro. Tenevano la guardia basse e le gambe troppo lontane l'una dall'altra.
Appena Si trovò dietro, con le braccia afferrò due persone, uno con il sinistro e un'altro con il destro, e poi con un po' di forza li sollevò, quella mossa fece allontanare il gruppo rimanente quasi spaventati.
Sollevati i due, non riuscirono a liberarsi dalla morsa del braccio, che premeva su un punto di pressione dello stomaco che impediva loro di muoversi bene, comunque, appena alzati da terra fece un perfetto Double German Supplex.
Si lasciò cadere portandosi in posizione "Ponte", facendo sbattere il collo ai due che svennero subito dopo.
Non ebbe comunque tempo di rialzarsi che venne attaccato.
Era a terra, in posizione del ponte, quando uno tra i pochi rimasti volle colpirlo con un bastone, ovviamente cercò di colpire la parte più vulnerabile per quella posizione, lo stomaco.
Però Kibuki aveva già pianificato il suo contrattacco.
Da piccolo gli erano state insegnate solo le basi dello Shaolin, però sapeva molto bene come gestire i muscoli del corpo molto sviluppati, quasi sopra la media.
Indurì lo stomaco, le braccia e le gambe, tanto da sentire dolore.
Quella tecnica apparentemente suicida, servì a non procurargli dolore in seguito all'impatto del bastone.
Infatti questo si spezzò colpendo lo stomaco di Kibuki che era duro come l'acciaio in quel momento.
Appena il bastone, come previsto si spezzò, con un Keep Up si alzò, utilizzando la spinta per colpire con una potente testata che lo devastò facendolo cadere a terra anch'esso privo di sensi.
Era riuscito ad evitare di arsi dei danni seri usando i suoi muscoli, poche volte lo faceva, spesso evitava o colpiva prima,comunque trovò un esito ottimo con uno sforzo minimo, gli piaceva!, comunque non c'era tempo per vantarsi.
Subito ne arrivò un'altro, anch'esso con un bastone in mano.
Più veloce però fu Kibuki che afferrò il bastone con la mano sinistra prima del colpo, lo tirò a se e con il palmo della mano destra lo distrusse, e con la parte che gli rimaneva in mano ci colpì il poveraccio.
Comunque, il combattimento finì dopo poco da li, tutti furono messi K.O. in uno stato devastato, probabilmente anche Kibuki avrebbe avuto la sua parte di responsabilità nel renderli così malconci... soprattutto quelli che si erano beccati la German Supplex che stavano sbavando liquido giallo dalla bocca...


Comunque finito il combattimento, il cacciatore corse verso il tizio che precedentemente stava venendo picchiato da quelle persone, gli si avvicinò, ma nel momento in cui stava per chiedergli qualcosa, questo lo spinse via e corse...
Molto strano pensò tra se e se...
Infine spostò lo sguardo vero la ragazza, e tornò nella sua realtà.
ora mi farà il culo... chissà quanti Yen dovrò pagare
Anche se aveva pestato un gruppo di ragazzi, non pensava altro che a quella sua paura.
Comunque li avrebbe portati prima in infermeria e poi dal preside... comunque, sembrava che in quella calda mattina stesse succedendo qualcosa di strano alle persone...

Edited by Shonen.DÅFunnyMan™ - 6/8/2013, 03:03
 
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Jane Matto Demonfilia
view post Posted on 6/8/2013, 10:47




Le era difficile combattere contro un gruppo, ma riusciva a superare la sua paura se si preparava mentalmente, per questo le affidavano sempre missioni dove il bersaglio era unico oppure missioni come l’ultima, in India, dove dovette indagare sulla sparizione di molti bambini.
Lì accadde la stessa cosa. Era panico dovuto a chissà quale ricordo brutto della sua infanzia tormentata; ma quando sentì le parole dell’altro e la sua mano poggiarsi sulla sua testa, allora, fu allora che alzò lo sguardo ed ammirò dal basso la figura di Kibuki: in quel momento sì che sembrava chi credeva che fosse!
E...
Sbam! Sdeng! Pouch! Stracatrascash! Pow!
La cacciatrice si sollevò pian piano da terra, aggrappandosi con una mano alla corteccia dell’albero, leggermente annerita, probabilmente da un passato incendio, ma lei non ci fece caso perché stava assistendo ad un combattimento di un vero Hunter, benché lei lo fosse.
Atterrati tutti, Kibuki si avvicinò a colui che era stato coinvolto nella zuffa, ma quest’ultimo scappò via, mentre gli altri restavano tramortiti... anzi, uno provò e riuscì ad alzarsi, cosa alquanto strana visto come li aveva sistemati, ma sembrava che non fossero loro a muoversi, non vedeva in loro molta volontà, anzi, questa era annichilita ma quel tipo si stava rialzando e Kibuki era ancora di spalle!
Così la ragazza, che aveva riposto le pistole al sicuro, chiuse i pugni e dai guanti partirono tre lame, proprio come quelle di Wolverine, che, quanto erano retratte, le servivano a proteggerle l’avambraccio.
«Aaaaaaah!»
Gridò fiondandosi verso quel tipo, mentre altri due si rialzavano, sempre nella stessa maniera. Al primo affondò le lame nella spalla destra, all’altro, girando sulla punta lo colpì in faccia con il dorso della mano e sul terzo, che era centrale, rispetto ai due, si gettò colpendolo con una testata che lo rimandò a terra. Sulla pancia di quest’ultimo pose lo stivale western che le copriva il piede destro e trionfante disse: «Li ho presi a calci in culo!».
Poi abbassò la mano destra, ancora contratta in un pugno, verso Kibuki, come ad indicarlo e a lungo lo stette a guardare, prima di ricacciarli dentro.
Quel vento afoso ancora faceva volare la sua sciarpa.
Si avvicinò a lui. Gli speroni degli stivali risuonavano come unico suono in quel deserto di luce.
Lo sguardo indecifrabile di lei. I suoi passi cadenzati e ancora una volta era vicina a lui; quando lo fu a sufficienza chinò appena il capo.
«Sono onorata di fare la sua conoscenza! La lezione di oggi è stata molto importante.»
A Kibuki il dubbio su quale insegnamento avesse dato in quel frangente.

Intanto, le cicale continuavano a suonare.
 
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Shonen.DÅFunnyMan™
view post Posted on 6/8/2013, 14:07




Aveva semplicemente pensato che a quella ragazza piacesse Wolverine, come personaggio marvel... non come "idolo", Appena si girò vide che, oltre ad aver ulteriormente gonfiato qualche tizio, aveva delle lame celate, proprio come Wolverine!
Comunque, non fece molto caso, in un primo momento, alla ferita di uno dei malcapitati, ma più che altro, rimase molto sorpreso nel vedere che anche quella ragazza avesse del talento.
Pochi minuti prima stava chinata dalla paura, e adesso ne aveva buttati a terra già 3.
Ma chi sei tu?... si chiese.
Non poteva certo essere una dipendente di un normalissimo locale a luci rosse...
Non le chiese subito il nome, lasciò la parola a lei prima
Fece un sospiro vedendola posare lo stivale sopra uno dei tanti messi K.O.
«Li ho presi a calci in culo!».
Non riuscì ad evitare di fare uscire una risata divertita.
Dopo, si avvicinò a Kibuki, che rimase a guardarla senza aprire bocca.
«Sono onorata di fare la sua conoscenza! La lezione di oggi è stata molto importante.»
Onorata?!... Sua conoscenza?! LEZIONE?!!
Francamente non ci capiva più molto.
Comunque, in seguito a queste parole iniziò un pochetto a ragionare, brandiva delle armi interessanti, e sapeva combattere, non era sicuramente una novellina dunque...
Era forse una cacciatrice come lui?
Nella Vampire Hunter Kibuki poteva vantarsi di essere abbastanza famoso, dopo la missione a Vallombrosa ed il ritorno, ma ancora di più la sconfitta del leggendario Ciclope assieme ad un gruppo di poche persone.
Era forse per quello che veniva tanto ammirato da questa ragazza?...

La guardò meglio, e doveva ammettere che avere una ammiratrice tanto carina non gli sarebbe sicuramente fatto male!... magari ne aveva altre, ma lui non lo sapeva.
Magari non era poi così una giornata sfortunata...
Diciamo una Mattinata piena di alti e bassi.
Beh, comunque smise di fare lo stupido, e divenne abbastanza serio, senza pensare a cose troppo stupide.
Ehi... non mi hai ancora detto il tuo nome.
Per qualche secondo rivolse lo sguardo al gruppo sconfitto in precedenza, non riuscì a non notare la macchia rossa nella spalla di un tizio...
Lui aveva badato bene a non ferirli, al massimo avrebbe fatto loro una lesione... ma non un solco!
Guardò quella ragazza che stava davanti a lui, molto più bassa di Kibuki, per un momento ci fu una sequenza.
Guardava prima la ragazza... poi passava al tizio ferito, poi tornava sulla ragazza e nuovamente sul tizio ferito...
Che fosse stata lei?... era nuova e aveva già ferito una persona?!
Nel pensare a cosa sarebbe successo in quella nefasta giornata, il suo volto assunse una Espressione quasi spaventata.
 
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Jane Matto Demonfilia
view post Posted on 6/8/2013, 17:10




L’espressione basita del cacciatore, quando lei finì per stendere i tre ragazzi, riempì d’orgoglio il cuore della cacciatrice che, trionfalmente, pose le mani sui nudi fianchi e lo guardò sentendosi un gigante, nonostante la differenza d’altezza dicesse il contrario. Non era scarsa nel suo “mestiere” ma non aveva la tempra di quei cacciatori a cui era stato assegnato un maestro personale, tutto qui, e poi... beh, quei piccoli incubi che la tormentavano nell’inconscio la rendevano molto vulnerabile, ma allo stesso tempo, le sue passioni cinematografiche o fumettistiche le davano una carica pazzesca. Quasi si mise a piangere dalla commozione quando, nel ritorno dall’India, si trovò a fronteggiare un vampiro in mezzo ad una zona quasi deserta e fra i due intercorrevano circa sei o sette metri, se non qualcosa in più, e tutt’attorno il paesaggio taceva ed il vento sollevava la polvere e si fissarono a lungo, in attesa che uno dei due facesse la prima mossa.
Vinse lei.
Aveva visto troppi western per poter perdere in quelle competizioni.
«Ehi... non mi hai ancora detto il tuo nome.»
Si ridestò dal torpore nel sentire la voce di Kibuki, mentre il sole riprendeva a martellarle la testa.
Si prese un momento per asciugarsi la fronte e poi sorrise, quasi sembrava normale.
«Sono Jane Matto. Chi rimane nella Vampire Hunter a studiare anche la storia, studia anche i documenti del mio avo Gabriele, detto il Matto, colui che diede il nuovo cognome alla mia stirpe. La famiglia Matto ricevette anche un’onorificenza dalla Vampire Hunter per le numerose ricerche scientifiche fatte sui vampiri, le quali hanno consentito lo sviluppo ed il miglioramento di alcune armi. Ed io... io sono l’erede di questa stirpe di Matti!»
Era orgogliosa, lo si leggeva nelle movenze plateali e negli occhi ardenti.
«E sono felice di aver conosciuto il grande Onizuka! La sua missione fra le montagne è narrata da tanti cacciatori e tanti di loro le devono la vita!»
Un gemito le fece ricordare del ragazzo che aveva infilzato alla spalla e con fare cordiale si scostò da sopra di lui e suggerì a Kibuki di chiamare un’ambulanza prima che si dissanguasse totalmente.
«E’ una scuola molto vivace. Ci sono spesso risse di questo tipo? Chi è il cattivo di turno? Lo scaccerò da questa cittadina perdindirindina! In un duello sulla via principale della città, dopo un’attesa di silenzio e terrore ed un climax ascendente!»
L’altro aveva un’espressione alquanto strana e si rese conto di aver parlato troppo, ma era così: si lasciava andare quando sapeva di non essere in pericolo ed ora che era davanti ad un suo idolo non riusciva a frenare le parole.
«Oh, che sciocca! E’ ovvio che non c’è. Sei tu lo sceriffo del posto vero? Se è così sono sicura che non c’è nessun cattivo fra queste mura!»
Concluse con un ampio sorriso.
 
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Shonen.DÅFunnyMan™
view post Posted on 6/8/2013, 18:53




Ascoltò tutta la storia della ragazza...
Doveva essere franco, non aveva mai sentito questo "Matto", ma ovviamente si fidava, e non osò dire nulla su quel nome, sembrava così fiera di portarlo!
Ma del resto le persone che amavano il proprio nome erano quelle più interessanti per il cacciatore.
Le regalò un bel sorriso appena finito di parlare, era una ragazza molto interessante, inoltre non era nessuno di spiacevole...
Dannato Kibuki e le sue paure inutili!
Tirò comunque un sospiro felice.
Comunque, Jane espresse la sua felicità nell'avere incontrato Kibuki, poche persone glielo dicevano, anzi solo una nella vita gli aveva detto di essere stato felice in seguito al suo incontro, beh, non poteva che essere altrettanto felice.
Comunque, ciò che disse la cacciatrice riempì di sano orgoglio Kibuki, che non voleva montarsi la testa, però era molto felice di essere passato, negli occhi delle persone, come un "salvatore" e non come un "vigliacco" come, più di una volta Chiaki aveva detto.
A lui piaceva molto il modo di parlare della ragazza, aveva in se un qualcosa che gli ricordava la giovinezza, quando tutto era molto più facile e tranquillo.

Ci sono spesso risse di questo tipo?
La sua espressione tornò seria, non poteva certo dire che la Cross Academy era un posto di bulli, anzi, non c'erano mai state risse di quel tipo... era molto strano!
Comunque anche la ragazzina sembrava essere parecchio strana, infatti riuscì molto difficile a Kibuki seguire l'ultimo discorso di Jane, ma lo capì e ci fece una bella risata, ma quello solo alla fine.
Per tutto il suo discorso rimase pensieroso.
Cosa avevano quelle pesone sdraiate a terra piene di lividi che non andava?...
Un insolazione percaso?... sicuramente no!
Nel pensare si scordò, come se non fosse mai successo nulla, del tizio ferito.
Il fatto che, anche minacciati da una pistola non li avesse intimoriti era davero troppo strano per quell'ubriacone di Kib.
I suoi pensieri comunque vennero troncati quando, quella simpatica "CowGirl" gli chiese se era lui lo... sceriffo.
La guardò per qualche secondo senza sapere cosa dire.
Quella frase stava a significare che Kibuki era il "protettore?" della Cross?...
Probabilmente si era fatta una idea sbagliata di Kibuki, aveva protetto il ragazzo per un semplice caso.
Sceriffo?... ouh.. no.. non credo che questo appellativo mi si addica molto Jane... anzi, spesso preferisco stare nel mio hehe...
Non era del tutto vero, era una persona molto premurosa, e se, davanti ai suoi occhi qualunque persona fosse maltrattata, sicuramente avrebbe fatto qualcosa in suo aiuto, però non voleva sembrare ciò che non era, "lo sceriffo".
Diciamo... che sono più... hmmm probabilmente era entrato nel "gioco" della ragazza, voleva trovare un nome per definire il suo "ruolo" nell'accademia come se fossero stati nel FarWest...
Beh... diciamo che sono il tipico "viandante ubriacone abile nel centrare lattine da lontano con una 44 magnum per vantarsi con i bambini della città!"
beh... di cazzate ne aveva dette nella sua vita, ma quella superava tutti, anche se aveva un senso.
Lo "sceriffo" poteva essere un Guardian. Kibuki era il tipico soggetto che tentava di non influire nel lavoro dello sceriffo, ma gli eventi ce lo buttavano non delicatamente!
Ma da Viandante ubriacone poteva infastidire lo sceriffo, in quel caso i guardian...
Scoppiò in una risata guardando il volto della ragazza.
Non ti preoccupare Jane... in queste mura, non ci saranno mai cattivi.
Le passò accanto per poi camminare verso il gruppo.
Fino a che ci saranno i banditi, ci sarà sempre qualche viandante ubriacone che li stenderà con una 44 magnum.
Detto quello, afferrò il ragazzo ferito e, con delicatezza lo portò sotto un albero, faceva troppo caldo, c'era il rischio che se la prendesse davvero un insolazione.
Kibuki, non colpiva nessuno con cattiveria, nemico o no che sia stato, lo faceva sempre per proteggere qualcuno, anche se questo non lo diceva, ma sicuramente lo lasciava intendere.
Comunque, portl tutti i poveracci sotto l'ombra debole dell'albero.
Appena vide la sua borsa vuota, ripensò alla grande sfortuna del Pachinko, e la rabbia nell'aver ascoltato Frank...
Bisogna portarli in infermeria...
Posò lo sguardo sulla ragazza.
Mi prenderò io la responsabilità di questi individui, la prossima volta sta attenta Wolverine! ridacchiò
 
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Jane Matto Demonfilia
view post Posted on 6/8/2013, 19:27




«[...]Wolverine!»
Sì girò di scatto, come se stesse cercando qualcuno ma poi si ricompose capendo che si stava rivolgendo a lei e non ad un improbabile Wolverine che stava arrivando alle sue spalle.
Cordiale e gentile, fino ad allora e la definizione che si diede rese Jane ancora più entusiasta.
«Il pistolero solitario! Magari anche ricercato dalla polizia per qualche reato che ha commesso per onore, come il personaggio di John Wayne in “Ombre rosse”!
Ci sono momenti nella vita di un uomo in cui non si può sfuggire.”»

Disse imitando la voce dell’attore appena citato, in una citazione del film.
Estrasse la pistola dalla fondina sulla destra e la fece roteare abilmente bloccandola e puntandola verso Kibuki.
« “Non mi piace chi non sa andare alla fine di quello che ha incominciato.”»
Continuò usando quella voce caricaturata e puntò la pistola verso i ragazzi che erano stati trainati dalle braccia forti di Kibuki fin sotto l’ombra, cosa saggia, ma cosa ancora più saggia era portare il tipo ferito in infermeria, prima che perdesse troppo sangue.
Tenne la canna puntata su quest’ultimo e con aria seria aveva pronunciato quelle parole annunciando probabilmente cosa avrebbe fatto di lì a poco.
«Ma tu sapresti fermarmi. Non è vero?»
Spostò lo sguardo su di lui e si allargò un po’ la sciarpa: stava morendo di caldo.
Abbassò l’arma e la ripose al sicuro sospirando.
Alzò lo sguardo e non vide alcuna nuvola ed il giorno era ancora lungo.
Rimase combattuta dall’idea di andarsene e l’idea di aiutarlo a portare quei feriti, d’altronde aveva fatto una sorta di traversata del Sahara per arrivare lì e non aveva trovato altro che ragazzi che avevano subito un’insolazione o erano ubriachi, e desolazione, come sono desolate le scuole nel periodo estivo; però sentiva che più si avvicinava all’istituto più c’era qualcosa di strano, qualcosa che coloro che lo abitavano non percepivano, probabilmente, perché questo alone oscuro era cresciuto pian piano con loro... insomma, lo stesso concetto di chi resta in una stanza chiusa e non si accorge che pian piano l’aria diventa puzzolente, ma chi viene da fuori può sentirla a distanza.
Eppure tutto ciò non si rivelò sottoforma di chiaro pensiero in Jane, ma in un’istintiva voglia di non avvicinarsi, di andarsene... non le piaceva quella scuola, meglio il Cat’s Eye!
«Meglio che vada allora, nel caso in cui dovessi iscrivermi, non vorrei cominciare come colei che pugnala i propri compagni di scuola, ti pare? Anche se era un tuo insegnamento! Quindi... credo proprio che mi ritirerò. Addio, Onizuka.»
Si voltò appositamente con un movimento marcato che facesse sventolare la sua sciarpa rossa e far vedere all’altro il tatuaggio dell’ala che aveva sulla schiena; solo dopo pochi passi voltò appena il capo.
«Stasera sarò al Cat’s Eye... se ti va una bevuta alla locanda. Adios!»

Riporto. Ti va una bevuta al Cat's Eye? :D
 
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Shonen.DÅFunnyMan™
view post Posted on 6/8/2013, 20:07




Assolutamente si u.ù


Lo aveva paragonato a John Wayne... Kibuki era John Wayne.
Rideva dentro di se, ma cercava di mantenere quel suo aspetto a duro che usciva davvero male.
John Wayne... già
Sparò citazioni famosissime del personaggio,
Il cacciatore era molto soddisfatto di ciò che aveva detto la ragazza, anche se non amava molto i film Wester, John Wayne era proprio quello che lo poteva rispecchiare di più in quel buffo contesto...

D'un tratto però, Jane tirò fuori la sua pistola e la puntò sul gruppo dei ragazzi.
«Ma tu sapresti fermarmi. Non è vero?»

Rimase zitto... aveva la bocca semichiusa, francamente non sapeva cosa dire.
Ma avrebbe saputo fare sicuramente qualcosa.
Probabilmente, prima di un possibile sparo ci si sarebbe fiondato davanti, facendo scudo umano e finendo colpito. Ma quello era Kibuki, e probabilmente quella ragazza lo sapeva.
Nonostante tutto, sapeva il fatto suo. Appena ripose la pistola, si girò farfugliando qualcosa sul Cat's Eye.
Non era mai andato in quel locale, ma sapeva che a pochi Chilometri dalla Cross stava quella locanda, conosciuta come "il ritrovo dei cacciatori".
Non voleva fare una figuraccia, dopo quelle belle parole della ragazza sul suo conto, quindi rimase zitto e non chiese nulla, probabilmente avrebbe telefonato a quel dannato di Frank, che probabilmente era già li, o a Jeb, anche se quest'ultimo era sempre indaffarato con la Vampire Hunter, ma sicuramente si fidava molto di più di Markus "Jeb" Ivanov che di Frank, dopo quello che era successo!
Jane si voltò ed iniziò a camminare dopo un breve saluto dicendo appunto che sarebbe stata al Cat's Eye quella sera.
se ti va una bevuta alla locanda.
Si accorse solo dopo qualche secondo che aveva un bellissimo tatuaggio sulla schiena, poiché non si lasciò perdere l'occasione nel guardarle il sedere!

Appena girato L'angolo e sparita, Kibuki afferrò il ragazzo ferito, tenendolo per un braccio che stava posato sulle sue spalle.
Ahi ahi fratello... e chi lo sapeva eh?... stasera ho un appuntamento!
Parlava a quel poveraccio che era rimasto tramortito dai colpi e a malapena si reggeva in piedi.
Infine portò uno per uno i ragazzi in infermeria che fortunatamente non era tanto lontana.
 
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11 replies since 5/8/2013, 17:45   134 views
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