Pargola estate, Lamia x Luce (png: Adam Dany-Calsifer)

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Lamia Saki
view post Posted on 30/7/2013, 23:26




Una stagione, ecco cos'era.
Una stagione fastidiosa e immorale.
Estate.
Tutti si affannavano a dipingerla con aggettivi forti e prevalentemente positivi. La gente l'associava con divertimento, amicizia e chissà cos'altro che li eccitasse così tanto.
Per Lamia erano tre mesi dell'anno, per nulla diversi dagli altri nove, fatta eccezione per l'invivibilità nella Cross che diventava una specie di serra.
Ci mancava solo che nascessero delle piante nelle stanze, le condizioni erano perfette.
Non che questo avrebbe dato in qualche modo fastidio alla cacciatrice che anzi, avrebbe volentieri mostrato il suo pollice verde, ma la camera da quando quel piccoletto dormiva con lei era già diventata troppo stretta e scomoda.
Quanto tempo era passato ormai?
Diversi mesi e ancora non riusciva a farci l'abitudine a quella presenza estranea nella stanza, la notte si svegliava ancora con il fiatone e praticamente in assetto di combattimento, con le armi tra le mani, ma non appena incappava nello sguardo innocente del piccolo Adam -così alla fine di comune accordo avevano deciso di chiamarlo- ogni sentimento che tentasse di offuscarle la mente si scioglieva come neve sul terreno bagnato.
In questi casi Lamia non poteva fare a meno di pensare che quello fosse il vero potere del ragazzino, i suoi occhi, così penetranti, nascondevano qualcosa...erano capaci di disarmare senza che si muovessero.
Ovunque si posassero donavano luce e limpidezza, slegava qualsiasi catena che aggrovigliasse i cuori e lasciava vulnerabile e indifeso chiunque vi si imbattesse.
Un potere unico e crudele. Un potere pericoloso, un potere che a seconda degli scopi per il quale sarebbe stato sfruttato, sarebbe potuto risultare salvatore o catastrofico.
Un potere che però non poteva avere, essendo un normale umano.
Lamia ripensava alla manifestazione del potere della sua Flower, che scoprì durante la missione in India, comprendendo finalmente il motivo per cui Maximillion avesse scelto quell'anello tagliente per la sua allieva migliore e si ripeteva che un giorno, se avesse preso la decisione, insieme a Luce di far diventare il piccolo un hunter, quell'abilità che lei riusciva a scorgere nelle sue iridi sarebbe fluita nelle sue armi.
Fortunatamente la Cross però d'estate era un pò più deserta, soprattutto il Dormitorio Sole, in quanto molti studenti tornavano dalle loro famiglie, così Lamia si sentiva meno soffocare a causa della folla e poteva agire decisamente più indisturbata visto che a rimanere erano prevalentemente cacciatori come lei.
Per giunta, non essendoci le lezioni poteva dedicarsi anche a lavori extra nelle vie buie o cullarsi al Cat's Eye, ma non poteva fare poi così tardi, avendo un marmocchio a cui badare, adesso.
Nonostante il peso di quel bambino, che ancora non aveva proliferato parola, Lamia non si era pentita mai neppure una volta di averlo salvato e di averlo condotto insieme all'amica alla Cross.
Neppure per un secondo aveva mai ripensato alle azioni compiute rimpiangendo di non aver agito diversamente nè aveva mai dubitato della fiducia della compagna di maternità.
Del resto, tra loro non potevano esserci problemi di questo tipo, vincolate ormai com'erano da Adam.
E così anche la giornata più calda che era stata annunciata dal meteo giunse ad Utsunomiya, investendo, inevitabilmente l'isituto Cross.
A stare fermi, si sudava. A muoversi, si sudava ancora di più.
Il ventaglio per quel poco che faceva, regalava un leggero sollievo ai due che svogliati e indeboliti dalla canicola tropicale, sedevano fianco a fianco sul letto ad una piazza della giovane floreale.
Per quanto fosse negata a fare da genitore, notò il velo di tristezza che da qualche giorno annebbiava il cristallino sguardo del ragazzino pertanto aveva provato a spremere le meningi e pensare da adulta, si era così spinta a cucinare i suoi primi onigiri, sperando di risollevargli il morale dedicandogli delizie del palato. Aveva poi costruito un castello di carte a forma di scritta del suo nome in una fresca serata sorseggiando del tè ghiacciato. L'aveva accompagnato in città ad assaporare il primo gelato della stagione, che aveva letto da qualche parte, doveva essere una cosa importante.
Ma anche quel giorno i suoi occhi erano colmi della stessa insoddisfazione e il caldo, più disarmante del bimbo stesso, inibiva l'intelletto della giovane, a corto di idee.
Poi un lampo, improvviso, le venne mentre vagabondava su Miku -argomento fisso della sua testa-, in particolare sul loro primo incontro tra i banchi, nel quale nominarono un posto speciale... la piscina!
A quei tempi era appena stata inaugurata e che Lamia sapesse nessuno l'aveva più frequentata.
Lamia non aveva partecipato alla festa, per inclinazione personale, ma l'aveva visitata durante un intervallo e l'aveva trovato non poi così male.
Prese quindi per mano Adam e senza dire una parola, lasciò cadere il ventaglio sul materasso e corse fuori.
Adam forse ho trovato cos'è che ti farà sorridere di nuovo! si ripeteva, cercando di convincersi, comunicandolo al diretto interessato.
Adesso ti porto in un posto che non hai mai visto... un posto in cui nemmeno io sono mai stata veramente... diceva mentre si precipitava giù per le scale, seguito dal compagno.
Un posto perfetto per questo caldo! continuò, sicura di aver finalmente fatto centro.

Si gettarono nell'acqua senza togliersi neppure i vestiti, nè indossare nessuna sorta di costume, mano nella mano, correndo come due sbandati. Lamia prima di darsi lo slancio definitivo, l'aveva abbracciato e si era buttata in acqua con lui.
L'impatto fu delicato ed estremamente rilassante, visto l'immediato refrigerio che ne conseguì. Quando riemersero grondanti di acqua, si sorridevano a vicenda.
Fu in quell'istante che Lamia pensò: Non sarai tu l'estate, Adam?
 
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LuCe-90
view post Posted on 31/7/2013, 15:53




Per Luce non era un bel momento per essere madre, specie adottiva, la sua vita si stava lentamente avvicinando ad un burrone forse, senza fine; un buco nero che si sarebbe trascinato via molte cose della Cross. Ogni giorno sentiva sempre più quella forza otturarle il cuore e per chi interpreterà, un giorno, questa storia, certamente dirà che era impossibile che non se ne fosse accorta che tutto ciò proveniva da quella piccola scatola nera trafugata. Inutile negarlo, ne era cosciente, ma inconsciamente. Una parte di lei sapeva che, in qualche modo, la BlackBox era implicata in quella sensazione euforica eppure mortuale... ma non voleva accettarlo per motivi che andrebbero ricercati nella complessa psiche dell’essere umano e quella di Luce lo era particolarmente.

Quel giorno, Luce, si ritrovò a passeggiare per i giardini della Cross e in molti punti ripercorse la sua storia: il lago, il punto in cui aveva scoperto il fosso sotto le mura, il cortile...quest’ultimo poi pareva grondare ancora adesso di sangue, il sole non dava beneficio al terreno, bensì pareva volerlo trafiggere con le sue lance infuocate ed la cacciatrice rivide la pietra sanguinare, solo nella sua mente.
I problemi aumentavano di anno in anno, se la cosa sarebbe divenuta ancora più grande, il Preside Cross, sarebbe riuscito a contenerla?
Il cortile che doveva essere un luogo d’incontro, punto in cui le due classi potevano confluire, era diventato, invece, un cimitero spoglio di lapidi. A cosa serve un cimitero senza lapidi? Il suolo può rendere memoria del sangue versato?

Di colpo sentì uno splash! e ricordò che lì, a pochi passi dal cortile, era stata costruita una piscina per coloro che rimanevano alla Cross anche nelle torride giornate estive. Per curiosità si avvicinò furtivamente scrutando nell’ombra chi era andato a divertirsi in quelle ore e nel vedere Lamia con il piccolo Adam, i grigi pensieri che la incatenavano svanirono completamente, quel bambino sembrava poter contrastare persino la forza della BB.
«Adam!»
Lo chiamò attirando la sua attenzione. Un richiamo a gran voce ma non era su toni che anticipavano qualcosa di brutto, piuttosto erano felici, chiari.
La cacciatrice si avvicinò alla piscina e toltasi le scarpe e i calzini si sedette a bordo vasca.
«Siete usciti a fare una nuotata?»
Chiese a Lamia, notando come si trovava bene con il piccolo. Poi allargò le braccia verso di lui, restando a vedere se si sarebbe avvicinato alla sua seconda mamma, se era in grado di nuotare, altrimenti Lamia l’avrebbe dovuto far scivolare sull’acqua tenendolo ben saldo dai fianchi.
 
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Lamia Saki
view post Posted on 31/7/2013, 22:35




Scientificamente parlando si chiamava incoscienza ciò che veniva associata dalla maggior parte della gente all'estate, ovvero quello stato in cui si agisce e ci si comporta automaticamente, senza pensare veramente a quel che si sta per fare, senza chiedersi nulla sul futuro o su se stessi.
Una persona molto cosciente su sedici ore di una giornata attiva, dedica al più 100 minuti a pensieri coscienti; in estate però anche i più coscienti si lasciavano andare e alleggerivano la loro mente.
Per Lamia invece succedeva il contrario, l'estate la spingeva ad essere più cosciente del solito, la sospensione delle attività scolastiche, degli orari rigidi del collegio da rispettare, degli impegni programmati, la inducevano a riflettere maggiormente sulla sua vita e sul suo futuro.
La incatenavano ad una sedia o al letto e le impedivano di alzarsi finchè non avesse spremuto abbastanza le meningi per formulare, o almeno cercare di farlo, delle soluzioni discrete ai dilemmi dell'esistenza.
Libertà per lei non era divertimento, sonno e indifferenza, per lei significava impegno, costanza e sacrificio.
Per questo motivo seguire la libertà era faticoso e numerosi erano coloro che vi rinunciavano.

Tuttavia l'idea di recarsi in piscina fu incosciente, ovvero derivava da un profondo (e cosciente) ragionamento, volto al soddisfacimento del bisogno di rallegrare il piccolo, ma fu preso all'improvviso senza rifletterci su, senza considerarne eventuali pro e contro.
Corse fuori mano nella mano con Adam, tirandolo talvolta per farlo stare al suo passo svelto, degno di una cacciatrice, con una meta precisa e immutabile in testa: la fresca e rigenerante acqua della piscina!
Pensò inconsciamente che un bel bagno avrebbe lavato via oltre al sudore anche i dispiaceri, almeno quelli del bimbo, visto che quelli di chiunque altro sarebbero stati facilmente assorbiti dai pozzi delle sue iridi, due galassie che con la loro invincibile forza di gravità attiravano a sè ogni male e lo risucchiavano con forza, disintegrandolo e facendolo scomparire all'istante.
Quella dote inconscia del ragazzino non era ancora stata scoperta nè valorizzata da nessuno, Lamia del resto pensava si trattasse di un suo unico ed esclusivo pensiero, di una sua esagerazione o forse illusione.
Cercava di convincersi che quello strano effetto fosse valido solo su di lei, frutto evidentemente di un condizionamento psicologico interno.
Lo avvolse, quasi prendendolo in braccio delicatamente e lo trascinò nel suo tuffo artistico.
Splash! fece eco il rumore del loro misfatto, dell'acqua schizzò fuori bagnando anche le mattonelle attorno alla piscina.
Quel rumore probabilmente fece da richiamo perchè la cacciatrice dagli occhi rossi, nonchè co-genitrice sbucò al loro cospetto.
Dopo che Lamia si assicurò che Adam le stesse sorridendo sinceramente, lo aiutò perchè raggiungesse l'altra madre.
Il ragazzino se la cavava abbastanza in acqua, agitava i piedi un pò sconclusionatamente e le braccia sembravano mummificate, ma almeno riusciva a muoversi anche se lentamente e a restare a galla.
Non appena furono vicini alla ragazza il piccolo scalciò più forte mosso dalla voglia di abbracciare Luce.
Aspetta Adam, fai piano! disse pacatamente Lamia che si preoccupava che agitandosi troppo finisse sott'acqua.
«Siete usciti a fare una nuotata?»
Lamia la guardò un attimo, non incontrò il suo sguardo, concentrata com'era sul piccolo che le era andato incontro, ma facendo leva sulle braccia sul bordo della piscina si alzò ed uscì.
Si chiese se non era stata scortese a portare il piccolo fuori senza avvertirla, ma come detto, fu presa da un attimo di incoscienza estiva, spinta dal desiderio di vederlo sorridere.
Si, in quella camera si moriva dal caldo... cominciò Lamia nel mentre che si sfilava il vestitino che ora le aderiva perfettamente a tutto il corpo essendosi buttata senza spogliarsi prima.
Rimase in reggiseno e mutandine di varie tonalità diverse di rosa con motivetti floreali.
Si sedette di fianco a Luce immergendo i piedi delicati di nuovo in acqua poi continuò calma, molto amcihevole:
Se avessi saputo che eri in accademia ti avrei chiamata e chiesto di unirti a noi, ma ero sicura fossi uscita.
Fece qualche secondo di pausa poi riprese:
Sono felice che ti sia trovata da queste parti, in fondo l'importante è che adesso sei qui no? le sorrise dolcemente, irradiata dalle pupille di Adam.
Adam, su togliti anche tu i vestiti e lasciali asciugare vicino i miei al sole! ordinò la donna dai capelli magenta, senza assumere un tono troppo autoritario nè rigido.
 
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LuCe-90
view post Posted on 2/8/2013, 17:50




Arrabbiata? Come poteva esserlo? La presenza del bambino, nonostante i mesi trascorsi, era ancora qualcosa dalla doppia faccia: da un lato, quando lo vedeva, ogni timore svaniva e si divertiva a giocare con lui proprio come se avesse qualche legame affettivo forte; dall’altro lo vedeva come un ostacolo alla sua mobilità, si sentiva in dovere di non fare alcune cose perché c’era lui, in modo diverso da quel dovere che aveva verso Asuka, per cui aveva provato paura della morte.
Lei non era mai stata pronta per accudire, dal momento che era lei stessa ad aver bisogno d’attenzione.
«Ma guardalo...»
Sorrise nel vederlo così preso dalla foga di andarle incontro.
«E così...sei tu che vuoi accudirmi?»
Pensò stendendosi in avanti e allungando le braccia per poi sollevarlo dall’acqua e stringerlo forte a se, facendo bagnare la divisa rossa dell’università...ma cosa importava? Erano quei momenti che la facevano stare bene e mettevano a tacere i suoi diavoli.

Quando Lamia parlò lei si limitò a sorriderle accondiscendente alle parole che udiva, d’altronde perché l’avrebbe dovuta chiamare? Non c’era motivo evidente.
«Non preoccuparti, effettivamente non mi avresti trovato in camera. Anch’io sono uscita per il caldo, ma la maggior parte dei posti di questa scuola, ormai, evocano immagini troppo brutte. Forse gli unici immacolati sono questa piscina e l’alta Torre della Cross.»
Parlava a Lamia, ma giocava con il bambino ad acchiappargli le mani ed a sfuggire alle sue prese, facendolo vincere di tanto in tanto, per strappargli un sorriso più luminoso.
«Ha ragione. Togliti i vestiti e mettili ad asciugare.»
Il bambino obbedì subito. In questo era strano.
Mentre il piccolo si contorceva nella maglietta incastratasi sulla testa, suscitando l’ilarità di Luce, quest’ultima si volse a Lamia.
«E’ un bambino molto ubbidiente.»
Più un’affermazione che una domanda e dentro si chiedeva se lo fosse stato ancora in età più avanzata.

Ma il sole brillava, l’acqua clorata mandava scintillii argentati e loro si stavano godendo, quella giornata in famiglia.
 
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Lamia Saki
view post Posted on 5/8/2013, 23:39




Scorse Luce essere contenta che il piccolo si avvicinasse a lei con così tanta foga, e quindi fare un'espressione quasi felice.
Del resto a chi non faceva piacere vedere una creatura innocente correre incontro gioiosa?
E poi era normale che Adam lo facesse, anche Luce, tanto quanto Lamia, era sua "madre", ovvero era una delle due persone a cui era attaccato visto che entrambe lo avevano sottratto al suo destino e dalle grinfie della morte.
In più, chiunque, sotto gli occhi chiari e penetranti del piccolo, sarebbe stato vittima di un attacco di tenerezza e beatitudine improvvisa, persino il principe dei malvagi.
Persino mio padre... scosse il capo, rabbrividendo al pensiero. Forse il padre non sarebbe stato gentile nemmeno con Adam, del resto che cosa aveva di diverso Lamia da piccola? Anche lei era innocua e tranquilla, anche adesso che era cresciuta manteneva l'aspetto delicato e morbido, sebbene chi la vedesse in azione la paragonasse ad un androide programmato solo per uccidere.
Ma non era forse quello il lavoro di hunter?
E quella stessa, crudele sorte, sarebbe toccata al piccolo che avevano lì davanti?
Scalciò forte l'acqua nella piscina per l'ansia scaturita da simili angoscianti pensieri.
Si limitò quindi ad annuire alle parole dell'altra, per lei il discorso era diverso, quindi, in realtà, non poteva capire.
Per lei quell'accademia non era il luogo che la maggior parte degli studenti definivano come casa. Lamia non aveva una casa, e non ne voleva una.
Per lei il mito della casa era sfatato sin da piccola, come quello del matrimonio e dell'amore verso il sesso forte, sarà per questo che era stata rapita dall'amore vergine?
Si, credo sia un bene... finchè alla guida vi sono persone giuste. perchè aveva aggiunto quell'ultimo periodo? Di cosa aveva paura?
Forse che se un giorno le avesse negate come genitrici o magari fosse scappato o rapito, sarebbe stato disposto ad ubbidire anche ad ordini malvagi di gente spietata e disinteressata alla sua vita.
Stava diventando paranoica.
Doveva riprendersi!
Luce, se ti fa caldo, perchè stai così asciutta?! disse con tono troppo serio, per quello che stava per fare.
La afferrò per un braccio e si gettò in acqua, tirandosela giù con sè, in modo che inevitabilmente perdesse l'equilibrio e finisse interamente nella piscina.
 
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LuCe-90
view post Posted on 6/8/2013, 09:54




Guardare il piccolo era diventata una delle pochissime e rare occasioni che aveva per sentirsi bene e in quel momento un pensiero uguale legò le due cacciatrici.
Chi poteva resistere a quel bambino?
Nessuno.
E vederlo così ubbidiente togliersi i vestiti e strizzarli goffamente con quelle manine paffute metteva tanta tenerezza nel cuore della cacciatrice, davvero non poteva pensare a qualcuno capace di non sorridere davanti a lui, era una creatura speciale persino... persino... Alucard, il vampiro più Tenebroso e oscuro che conosceva, forse si sarebbe intenerito ed era buffo pensarlo mente faceva le bolle di sapone per divertire Adam oppure immaginarlo correre per i prati verdeggianti e per i colli, mentre reggeva il filo dell’aquilone.
«Alucard?»
Strano come quel LivelloA le tornasse in mente, ma quasi scoppiò a ridere nell’immaginarselo in quel modo! No, era più probabile che lo divorasse o lo allevasse come schiavo, piuttosto che giocarci insieme come fossero padre e figlio e poi...
«Non vorrei mai che fossero padre e figlio! Ma che diavolo sto pensando?»
Voltò istintivamente lo sguardo verso Lamia, colei che stava avendo un pensiero analogo e forse per questo aveva influenzato anche la psiche della cacciatrice, oppure era il pensiero comune di un cacciatore, l’illudersi che ci sia al mondo qualcosa di buono e, invece, tutto si rivela puntualmente una fregatura ed entrambe erano vittima di quell’illusione temporanea che prendeva le forme infantili di Adam.

La divisa nera della Cross non era l’abito migliore per uscire con il sole, si sa che il nero attira i raggi solari (cosa alquanto bizzarra su cui si ci potrebbe fare molta retorica) e che il bianco li respinge, ma purtroppo quelli delle superiori dovevano portarla e per fortuna che Luce l’aveva accantonata per mettere quella più abbagliante dell’Università! Era una divisa fantastica, doveva ammetterlo e il rosso non sembrava avere grossi effetti sulla luce, anche se quel giorno, faceva caldo, era innegabile come non si potevano biasimare i due per essersi gettati nell’acqua fresca della piscina senza neanche togliersi i vestiti... di certo deve essere stato divertente per il piccolo.
«Si, credo sia un bene... finché alla guida vi sono persone giuste.»
Luce annuì appena.
Ecco un altro pensiero che le faceva male.
«E’ vero. Nella vita tutto dipende da ciò che accadrà, non si nasce con delle colpe, d’altronde che colpa hanno i bambini? E’ tutto ciò che li circonda che, pian piano, formerà i suoi incubi.»
Sospirò.
«Spero, però, che accada più tardi possibile e...»
Mentre formulava quest’ultima frase, un po’ più sottovoce, Lamia aveva appena finito di dire qualcosa di cui Luce captò solo le ultime parole.
«Perchè stai così asciutta?!»
Voltando appena la testa, stava per chiederle di ripetere ciò che aveva detto, ma, colta di sorpresa, venne letteralmente tirata in acqua con tutta la divisa rossa!
Affondò per circa un metro, l’acqua era fresca, anzi, gelida! Il passaggio dal caldo del sole al (probabilmente) tiepido della piscina era stato brutale.
Quando riemerse squadrò Lamia con occhi seri. Non era il periodo migliore, quella BlackBox aspettava solo questi momenti per scatenarsi e Luce sembrò presa dalla sua energia, potente, oscura.
Si avvicinò all’altra cacciatrice, pronta a vendicarsi, perché così voleva quella forza superiore, così agiva, mettendo scompiglio fra le persone.
«La mia vendetta arriverà...»
Portò indietro le spalle e le braccia, come se stese caricando un pugno. Alla roteazione del corpo, le mani si sarebbero distese, una a pelo d’acqua e l’altra sotto la superficie, generando un’onda che avrebbe sovrastato la testa rosa che spuntava dall’acqua. Era come un’onda energetica, giù di lì, e proprio come il personaggio dell’animazione giapponese, assieme al movimento gridò.
«Prendi questa!»
 
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Lamia Saki
view post Posted on 3/9/2013, 11:00




Mi scuso per il terribile ritardo >_<


E’ vero. Nella vita tutto dipende da ciò che accadrà, non si nasce con delle colpe, d’altronde che colpa hanno i bambini? E’ tutto ciò che li circonda che, pian piano, formerà i suoi incubi.
Quant'era vero quello che Luce aveva appena detto? E quanto Lamia poteva comprenderlo profondamente?
Un bambino è un qualcosa di speciale. E' uno specchio che riflette ciò che gli accade attorno, talvolta, o inizialmente si limita a riprodurre l'immagine così com'è, delineata secondo segmenti preesistenti, ma poi quando nel bambino comincia a nascere la consapevolezza di essere una parete riflettente, lo specchio comincia a incrinarsi e l'immagine a modificarsi, distorcersi fino a dar vita a mostri e incubi talmente tangibili e reali da perseguitare l'intera vita del bambino.
Non era forse quello che era successo a Lamia e a molte altre persone, cacciatori inclusi?
Guardando l'innocenza di Adam, due sentimenti contrastanti si azzannavano nel cuore di Lamia, i draghi dello Yin e dello Yang sputavano fiamme l'uno contro l'altro e tentavano di mordersi reciprocamente la coda; l'uno si meravigliava e gioiva della purezza del piccolo, illudendosi che sarebbe diventato il germoglio della pace, l'altro si incupiva proiettando la stessa pulita figura in un futuro prossimo, in cui anche le sue mani si sarebbero macchiate di sangue, i suoi vestiti sporcati di polvere e i suoi pensieri logorati dall'odio. Era davvero questo il "miglior" futuro che le due cacciatrici potevano assicurargli?
Che colpa ne avrebbe avuto, se due madri l'avrebbero avviato verso l'autodistruzione tramite la via per diventare un hunter?
Credi che, in qualche modo, potremmo evitare che ciò accada? chiese Lamia, in uno di quegli istanti in cui tutte le certezze si dissolvono in un mare acido di dubbi, in cui anche una sola parola, insignificante o insensata avrebbe potuto diminuire quella morsa al cuore.
In fondo, sebbene non ci sia altra soluzione, non saremo forse noi le responsabili dei suoi incubi indirizzandolo verso vampiri e morte?

Dopo aver riacceso il discorso che l'ultima volta non ebbero modo di finire del tutto, decise di smorzare la tensione (e il caldo), facendo divertire un pò Adam che nel frattempo, evidentemente aveva captato qualche brutta parola del loro discorso, tirando Luce in acqua.
Evidentemente non le andò tanto a genio in quanto quel gesto puerile e scherzoso sembrò avere le stesse fattezze di un pugnalata allo stomaco, tanto da far scaldare la cacciatrice e usare un tono lungi dal complice. La sua "vendetta" arrivò subito e inaspettata, tanto che tutta quell'acqua le sovrastò il capo, e una parte, per la violenza e l'improbabilità della sua reazione, le finì in bocca. Tossì un pò come reazione immediata alla bevuta e per il pizzicore nel naso a causa del forte odore di cloro.
Nervosetta, eh?
Tentò di ironizzare ancora Lamia, non sapendo come comportarsi. In fondo non era forse un'altra caratteristica dei cacciatori, quella di essere inetti nei rapporti con gli altri?
 
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LuCe-90
view post Posted on 28/11/2013, 17:37




Davanti a loro c’era il frutto di chissà quale unione e senza rendersene neanche troppo conto l’avevano preso come simbolo di un ideale futuro, ma era chiaro che anche le due cacciatrici non sapevano cosa aspettarsi da quest’ultimo, infondo erano ancora molto giovani e inesperte sulla vita; specialmente Luce non sapeva, al di fuori di fatti che includevano il Consiglio dei vampiri la Vampire Hunter o varie missioni legate ai signori della notte, come distinguere qualcosa nella vita reale. Dove iniziava la tranquillità e dove finiva quest’ultima era un confine troppo sottile, un confine che un cacciatore non ha, non si preoccupa di avere: la missione è stare allerta e uccidere i bersagli, non c’è niente in bilico, si sa cosa si sta andando a fare, si sa che ogni cosa che accade attorno può essere una minaccia, ma nella vita reale non è così, se gli uomini restassero perennemente sul chi va la non avrebbero una vita molto lunga; e Lamia e Luce erano solo cacciatrici inesperte unite da una notte bianca che volle avvicinarle sotto il sorriso innocente del bambino.
Così sbagliò quella volta, non capì mai se era lei ad aver reagito male o l’altra a non capire che era un proseguo dello scherzo ma comunque arrossì nel sentire le parole di Lamia; evidentemente non aveva intenzione di farle male o di far credere che si fosse realmente arrabbiata per essere stata gettata in acqua; infondo faceva un caldo enorme e quella piscina era un toccasana, si appuntò di ringraziare il preside appena l’avrebbe incrociato.
Abbassò lo sguardo sull’acqua al sapore di cloro e poi guardò Adam.
«Seppur non ho mai capito la vita da umano, questo bambino non ha altro che noi ormai. Se nessuno c’è, al mondo, che può allevarlo, saremo noi a farlo e poi... tutto sta andando per il meglio no?»
Sorrise alla cacciatrice, riportando lo sguardo verso di lei, con le gote, però, ancora segnate dall’imbarazzo per la sua incapacità.
«Insomma, ormai con le Spade dell’Unione niente può farci paura. Credo che il Consiglio e la Vampire Hunter se ne staranno buoni per un po’. Sapendo che abbiamo una tale potenza di fuoco, non avanzeranno più a viso aperto. I Guardian ci proteggeranno e noi… beh, almeno, io, non ho legami con la Vampire Hunter, per cui non ho missioni da svolgere, solo esami da superare all’università. Il che non è semplice, ma... posso dedicarmi a lui di più cioè...»
Si stava contorcendo le dita delle mani sotto la superficie dell’acqua, non sapeva se si stava spiegando bene oppure no.
«Voglio dire... ci sarà un periodo di pace e noi possiamo proteggerlo e... e forse riuscirà a crescere senza vedere altri mostri. Lo allenerò, ma non saranno allenamenti come quelli che subii nella Vampire Hunter, saranno dei giochi fra me, lui e te; poi avrà tanti amici, Rei, Edvige, il Preside Cross, Chiacki e chissà quanti altri. Penso che sia arrivato nelle nostre vite nel momento migliore per crescere. Ed io... beh spero di essermi spiegata.»
Sorrise imbarazzata muovendosi verso il bordo della piscina e aggrappandosi ad esso prese un lungo respiro e gettò la testa sott’acqua soffiando via tutta l’aria. Era un metodo che le insegnò Michael per buttar già la tensione, quando svolgeva gli allenamenti in acqua.
Così la superficie si animò con tante bollicine che esplodevano al contatto con l’aria e Adam incuriosito si approssimò al bordo e batté le mani divertito, ancora una volta Luce aveva fatto un gesto con un’intenzione ed era stato interpretato in modo differente, ma, almeno, questa volta, aveva fatto sorridere qualcuno.
Quando riemerse, infatti, guardando il viso sorridente del piccolo, rimase un pò stupita.
 
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Lamia Saki
view post Posted on 27/12/2013, 18:42




Scusa ancora il ritardo! >.<


Cos'era che rendeva i cacciatori così?
Forse il vedere tante vite spezzate davanti i loro occhi e la maggior parte di queste ridursi velocemente in polvere e non lasciare più alcuna traccia della loro esistenza?
Forse a causa di questa forzata visione passeggera e fragile della vita non erano in grado di apprezzare e assaporare la crescita e la maturazione di un individuo sotto i loro occhi, per esseri abituati e nati per gelare i corpi un corpo caldo e pulsante li rendeva più vulnerabili e li metteva più in difficoltà di un esercito di vampiri agguerriti.
Per loro che portavano panni con l'odore di morte e lasciavano dietro di sè una scia di desolazione e solitudine una supernova di vitalità ed energia era difficile da gestire, abbagliava i loro occhi e intorpidiva il loro cuore.
Sia Luce che Lamia erano umane, ed erano due cacciatrici ben addestrate, ma entrambe in quella situazioni trovavano arduo comprendere la loro stessa natura e reagire alle mosse che il piccolo riservava loro.
Non c'era alcun tipo addestramento che le aveva preparate per quello e così, come dei vampiri alla luce del giorno non erano capaci di fare nulla e la loro mente sembrava essere diventata uno strumento a percussione.
Notò l'imbarazzo di Luce, probabilmente perchè si era resa conto della sua reazione che poteva destare fraintendimenti, ma Lamia non se la prese affatto, anche lei era una ragazza impulsiva e non sapeva per nulla calibrare nè la sua forza nè il suo autocontrollo perciò sarebbe stato meschino farne una colpa a lei.
Dopo tanto, da quella notte bianca in cui tutto ebbe inizio, vide di nuovo Luce sorridere, segno di una riacquistata fiducia, che Lamia tuttavia stentava ancora a conquistare.
Fu felice perchè perlomeno significava che l'altra non si sentiva più così distante da Lamia da mantenere una certa compostezza, così come era abituata a fare anche lei con tutti i suoi conoscenti ai quali non mostrava neppure un briciolo della sua vera anima.
Di certo non possiamo lasciarlo da solo... Succeda quel che succeda, l'inizio di questo ragazzo siamo state io e te quella notte e non merita sicuramente di perdere qualcun altro. constatò, a livello razionale Lamia in risposta alla tenera sicurezza dell'altra, con tono deciso che non lasciava spazio a repliche perchè sapeva che non ce ne sarebbero state, anche se tuttavia vi era la sua seconda voce che le ammoniva e rimproverava ciò che era successo e che avrebbe potuto comportare prendersi cura del piccolo.
Ascoltò con attenzione il discorso di Luce e fu estremamente contenta che fosse così ottimista e facesse leva su simili certezze che le assicuravano pensieri solidi e prospettive positive, tuttavia non poteva non esprimere il suo disaccordo.
Sorrise a sua volta, però alla ragazza, compiaciuta, parlare così apertamente e ascoltare qualcuno che lo faceva con lei era stranamente piacevole.
Sono contenta che la pensi così... tuttavia per indole personale diffido delle apparenze e temo che non ci sia nulla di cui stare tranquilli. Dal Consiglio e dalla VH ci si può aspettare di tutto e, inoltre è proprio la nostra smisurata potenza militare che mi preoccupa...
Noi che dovremmo essere simbolo di pace...! si fermò per non appesantire troppo la questione e aprire parentesi troppo lunghe che molto probabilmente avrebbero rotto e disincantato quel bel momento.
Le sarebbe piaciuto rimanere ammaliata dalle parole dell'altra e convincersene, ma non riusciva proprio ad abbandonare le sue preoccupazioni.
Luce continuò con le sue sue visioni felici e Lamia decise di affusolare un pò le sue preoccupazioni e cedere alla speranza che davvero tutto sarebbe potuto andare il meglio come si augurava.
Quel che importa è che entrambe non abbiamo ripensamenti e siamo decise ad impegnarci per il suo bene! Dovrà crescere forte e in un clima di pace, ha già vissuto troppe brutte esperienze per la sua età. E poi guardalo... ha uno sguardo così innocente... espresse il suo desiderio e fece notare la cosa che più la tormentava e la conquistava di Adam, ovvero i suoi occhi speciali che purificavano qualsiasi anima sulla quale si posavano.
Col volto sorridente quindi si rivolse prima alla co-genitrice e poi si voltò verso Adam che si era seduto in mezzo dietro di loro a origliare curioso con la bocca mezza aperta; era così buffo!
Poi prima che potesse realmente rendersi conto che Luce non c'era più al suo fianco sentì un rumore sospetto e poi vide Adam ridere divertito e solo allora scorse uno sciame di bollicine sulla superficie dell'acqua. Quando la chioma blu riemerse anche Lamia sommessamente rise portandosi una mano vicino la bocca come il suo solito.
Adam vuoi provare anche tu?
Lo lesse nel pensiero notando come osservava ammirato quel gesto che evidentemente lo entusiasmava e gli pareva strano.
Fece fece si con la testa e però si mise dietro Lamia e posò le mani sulle sue spalle.
Vuoi fare un tuffo? disse Lamia leggendolo nel pensiero e interpretando i suoi gesti, e quello fece si con la testa ansioso.
Luce attenta arriva! avvertì la compagna, poi fece salire Adam con i piedini delicati sulle spalle mentre teneva strette le sue mani, aspetto che si mise bene dritto, poi si alzò dal bordopiscina e cominciò il conto alla rovescia.
1...2...3...Oplà! E lo spinse in avanti verso la cacciatrice dagli occhi rossi.
 
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LuCe-90
view post Posted on 7/1/2014, 17:49




Smisurata potenza?
Rise istintivamente.
Non avevano alcuna smisurata potenza, stavano appena iniziando a farsi i calli, anche perché validi studenti come Yuri, Hiryu, Asuka, si erano schierati col nemico… a loro non rimanevano le briciole di ciò che avrebbero dovuto raccogliere dopo i primi anni di attività della scuola. Senza contare i tanti che avevano fatto i bagagli ed erano spariti, cacciatori esperti o con ottime qualità per diventarlo… erano una banda di guerrieri neanche organizzati fra loro, d’altronde l’Istituto Cross non era nato per scopi bellici, quindi mancava di tutto quell’assetto organizzativo che serve per sviluppare certe capacità.
«Purtroppo, Lamia, siamo ben distanti da essere una potenza fuori misura. Io stessa, pur essendo qui da molto e pur vantando notevoli missioni, riconosco di avere limiti che in ogni scontro escono fuori. Se solo riuscissi ad essere, quantomeno un piccolo punto di riferimento per gli altri… ma non lo sono, non merito di esserlo evidentemente.»
Sorrise, ma amaramente e lontano un oggetto nascosto nella sua stanza rispose. Lo faceva sempre, ogni qual volta la cacciatrice desiderava avere più forza lui rispondeva e le sussurrava parole che tentavano di far breccia nella sua delicata psiche.
Per Lamia, quella risposta, non sarebbe stato altro che un brutto presentimento, proprio come quando, in missione, si percepisce l’arrivo del vampiro; ma tutto sarebbe scivolato via come il vento.
A salvarla da quella situazione era ancora una volta Adam, quel piccoletto che, nonostante il recente e tragico passato, riusciva a placare quei pensieri oscuri aleggianti nella mente di Luce; la quale si trovò, nel giro di poco, a dover afferrare il piccolo lanciato da Lamia per assicurargli un tuffo tranquillo ed una emersione altrettanto sicura; ma per un istante fu invasa dal panico per quella serie di motivi già esplicati che non la rendevano una buona umana e tantomeno una buona madre.
Fortunatamente i riflessi dei cacciatori li aveva e così tutto andò a buon fine, lo prese per i fianchi, rallentò la sua discesa e lo fece entrare in acqua in modo tranquillo e sicuro, immergendosi anche lei.
Sott’acqua stettero per poco, massimo un paio di secondi ed in questo lasso di tempo Luce ammirò il viso rotondetto di lui, così grazioso, così ingenuo e si placò definitivamente, scordando ciò che continuava a tormentarla da quando Asuka era andata via.
Riemerse sollevandolo più in alto rispetto alla superficie della piscina e poi lo adagiò su quest’ultima con calma.
«Ti sei divertito?»
Una domanda superflua data la risata aperta e solare che riempiva il cuore della cacciatrice di immensa gioia. Come avrebbe voluto giocare così con i suoi genitori, più a lungo di quanto la vita le aveva concesso.
Il trauma di quel giorno, quando trovò i suoi genitori seviziati e morti di una morte atroce, era un ricordo molto lontano, soppiantato da tanti altri problemi, ma era lì che era cominciato tutto… perché lei non era Luce, lei aveva lunghi capelli castani e gli occhi non erano rossi e la pelle era d’un amabile rosa, non bianca come quella dei vampiri.
Eppure quel giorno si trasformò.
Lo alzò più volte in alto e gli faceva sbattere appena il sedere sulla superficie dell’acqua, alimentando la sua risata; quando si fermò guardò Lamia… in fin dei conti non la conosceva affatto, eppure erano legate da una responsabilità così alta.

Il caldo fuori martellava anche se un gruppo di nuvole solitarie aveva alzato il vento e occluso alcuni raggi solari, così Luce si avvicinò al bordo e consegnò Adam all’altra mamma (se così potevano definirsi).
«Coprilo bene con un asciugamano, non vorrei che per un colpetto di vento si ammalasse.»
Poi, agilmente, uscì dalla vasca e fatta scolare un po’ dell’acqua che aveva addosso si avvicinò ai porta asciugamani per la piscina e ne prese uno nel quale avvolse il corpo nudo per asciugarlo.
«Poi… avere la febbre d’estate è una cosa odiosa.»
Parlò ma si sorprese di averlo fatto, non era lei che stava parlando ma quella bambina che era la prima Luce, prima di morire e rinascere cacciatrice dagli occhi rossi. Infatti corrucciò le sopracciglia come quando si ascolta qualcosa di sgradevole ma le si porge attenzione; infine scosse il capo e finì di legarsi l’asciugamano attorno al corpo.
Era da tanto che quella voce non le tornava in testa e forse per questo non riuscì a trattenerla, ne rimase turbata.
 
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Lamia Saki
view post Posted on 14/1/2014, 21:52




Io direi per fortuna!
Incalzò di contro a quanto disse Luce.
Io credo che diventare una potenza davvero temibile, non ci porterebbe altro che all'autodistruzione, la gente della Cross non è pronta alle guerre che son pane quotidiano per la VH e il consiglio... Persino noi studenti cacciatori siamo estranei alla mentalità dell'associazione e pertanto non preparati a possedere una forza che potrebbe sfuggire dal nostro controllo. Non dimentichiamoci che ci sono degli umani nella scuola.
Probabilmente si sbagliava, ma con tutta la stima che provava per Luce, in quel momento le sembrò che il suo desiderio di forza superasse di molto il normale tendere di un hunter al miglioramento delle proprie abilità, quel profondo desiderio trapelato dalle inconfondibili parole aveva un connotato minaccioso e avido.
E la cosa era davvero preoccupante se a percepirla era Lamia che in fondo condivideva parzialmente quella stessa brama, alimentata dal desiderio fisso da quando salì su quel monte e scoprì l'arte del combattimento.
In verità i suoi ultimi discorsi troppo buoni quasi non li riconosceva, non si credeva capace di pensare così contrariamente al desiderio di forza e potere, non credeva che la salute dei semplici umani le stesse così a cuore. Forse tutto ciò derivava dal fatto che nel suo di cuore vi era una di quegli umani e così per esagerazione tendeva ad ingigantire quell'istinto protettivo a tutti gli studenti dell'istituto.
Eppure c'erano delle volte in cui si trovava a combattere contro se stessa, sempre sullo stesso terreno di gioco, impalpabile e illusorio, nel suo Io in cui non c'era attrito o forza di gravità a regolare gli attacchi.
In simili circostanze persino i suoi sentimenti per la sua goccia gemella passavano in secondo piano e persino gli occhi di Adam non erano sufficiente a farle imbracciare l'arma a scopi difensivi.

Rimase ad osservare il piccolo divertirsi con l'altra sua tutrice, aspettando che così come l'acqua sulla sua pelle si era velocemente asciugata dal tuffo di prima, anche i suoi pensieri si vaporizzassero.
Non raggiunse i due in piscina, perchè sebbene prima si fosse azzardata a gettarsi completamente in acqua e sebbene il sole sembrava pizzicare la pelle per quanto fosse intenso, non amava bagnarsi e preferiva soffrire il caldo e combatterlo piuttosto che cedere così debolmente al richiamo di una momentanea sensazione di refrigerio che poi in realtà non avrebbe mutato affatto le temperature ambientali. Purtroppo era fatta così, quando troppo impulsiva, quando troppo razionale.
Da sempre in lei vivevano due se stesse, che a seconda delle situazioni o i periodi della sua vita prendono il sopravvento e si mostrano agli altri.
Non era ancora stata del tutto in grado si capire tuttavia se questo poteva considerarsi un suo buon pregio o terribile difetto.
A volte risultava vantaggioso, altre deleterio.
Fu colpita dalle parole di Luce, in verità più materne di quanto di aspettasse.
Annuì e accolse Adam fuori dalla vasca con un asciugamano rosso che gli avvolse al corpo e con il quale gli asciugò i capelli.
Era ancora tutto sorridente così Lamia non resistette:
Ti senti meglio adesso? era una domanda inutile, perchè bastava guardarlo per conoscere la risposta. Tant'è che non perse tempo e subito scattò in corsa lasciando cadere l'asciugamano per acchiappare una zanzara che poco prima aveva tentato di pungerlo.
Luce...tutto bene? Notò l'espressione corrucciata e così si preoccupò che le fosse venuto in mente qualche problema legato ad Adam e alla loro adozione; ormai era un pensiero fisso.
E poi, per quanto non dovessero per forza essere amiche per la pelle, quella situazione le obbligava ad essere legate e quindi ad avere attenzione l'una per l'altra.
Sarà questo il motivo per cui sembravano andare d'accordo? Un semplice rapporto di silenzioso dovere?
 
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LuCe-90
view post Posted on 15/1/2014, 01:51




«Cacciatrice...»
Luce si massaggiò le tempie dirigendosi verso una delle sdraio.
«Cacciatrice.»
La voce in lei crebbe, era una voce di fanciulla già udita in passato, ma che da molto, molto tempo non tornava a galla, perché il suo compito era quello di non distoglierla dal suo obbiettivo principale; le ricordava che aveva un corpo in prestito e che non poteva godere di quell’immortalità per sempre perché il tempo scorreva e la sua missione doveva essere portata al termine.
La risata di Adam, lontana e ovattata, si unì al grido della bambina dentro di lei.
«Cacciatrice!»
Contemporaneamente Lamia le rivolse quella domanda premurosa, che poi fosse vera o falsa premura poco importava.
Luce scosse la testa e la volse rapida verso Lamia, che osservò con i suoi occhi pulsanti e rossi, intensi come quelli d’un vampiro.
«Sei debole.»
«I-io...»
Mantenne il fiato sospeso e gli occhi le diventarono lucidi come quelli che precedono il pianto e, intanto continuava a guardare Lamia finché a colmare quel senso di debolezza che aveva bisogno terribilmente di una mano tesa, venne quell’energia scura, tremenda... ed a lenti e prolungati respiri Luce girò lentamente la testa, ora guardava i suoi piedi distrattamente; ma dopo un ultimo profondissimo respiro si calmò definitivamente.
«Non andartene.»
Sussurrò appena e Lamia probabilmente, se l’aveva udita, non poteva non pensare che era diretta a lei quella frase, quando invece era rivolta a quell’entità oscura che andava da lei a salvarla ogni qual volta la voragine della solitudine e della paura della debolezza si faceva più grande, inghiottendo tutto ciò che di buono aveva.
Chiuse gli occhi per cercare quella bambina e la vide, in un angolo della sua fantasia, essere strozzata da un fumo nero, incapace di parlare ancora. Quell’entità sconosciuta l’aveva salvata ancora e in segno di gratitudine le aprì un po’ di più le porte dell’anima.
Solo dopo ciò si rese conto di essere al bordo della piscina con Lamia e Adam, in una caldissima giornata estiva, perché per tutto quel tempo si era estraniata dalla realtà.
«Scusa io... credo che sia colpa del sole.»
Rapidissima stritolò nel palmo della mano la zanzara che stava ronzando attorno al piccolo; quando riaprì la mano una grossa macchia di sangue la sporcava.
«Non hai ancora molta esperienza per... cacciare. Vero piccolo?»
Si avvicinò ad un rubinetto che doveva servire per l’attacco della pompa del giardino e si sciacquò le mani.
«Hai ragione Lamia, chi non è pronto non può gestire una forza troppo grande, ma chi lo è...»
Girò piano gli occhi su di lei, rinforzata da quell’energia sconosciuta che ora richiamava a se.
«...ha il dovere di cercarla e di utilizzarla.»
Lo sguardo si spostò verso Adam, leggermente intimorito perché, infondo, percepiva che c’era qualcosa di anomalo nella sua mamma.
«Utilizzarla per proteggere ciò che ha a cuore.»
Ma, come sempre, guardare il piccolo la calmava e la sua influenza andava a cozzare con quell’energia oscura che, quindi, scivolò via, almeno in gran parte, giusto la dose necessaria per far abbassare la guardia al bambino che corse fra le braccia di Luce appena lei si accovacciò allargando le braccia.
 
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Lamia Saki
view post Posted on 19/6/2014, 22:54




Finalmente sono qui a rispondere, è inutile aggiungere altro sulla mia prolungata assenza, se non che ora sono tornato e spero di recuperare tutto! Spero che anche tu torni presto sul forum e magari la mia risposta ti possa incoraggiare... a presto!


Come una matita dalla punta morbida, Luce sembrò rotolare lentamente verso il bordo del tavolo, rimanere in bilico per una frazione di secondo sul bordo, vacillare e poi cadere infrangendosi al suolo, spezzando la punta affilata e mutare in un qualcosa di amorfo e irregolare. Sembrò perdere una parte di se stessa, magari sciolta nell'acqua della piscina che poco prima l'aveva accolta, ed acquisire nuove fattezze più grezze e minacciose, il cui tratto sul foglio sarebbe stato imprevedibile e pauroso. All'inizio Lamia seguì la ragazza quando si poggiò alla sdraio e le mise una mano sulla spalla per instaurare un contatto fisico, di certo più utile di mille carezze acustiche in quel momento, notò gli occhi rispecchiare un chiaro momento di debolezza e smarrimento
Luce, va tutto bene. Forse hai fatto uno sforzo grande con questo caldo che succhia via le energie... cercò di giustificare la donna floreale, perchè a volte sentire una spiegazione esterna aiuta a convincersi che possa essere davvero quello il motivo.. Tuttavia già mentre lo diceva si rendeva conto che sarebbe stato inutile in quanto scorse qualcosa oltre il lucido negli occhi della cacciatrice, scorse uno sguardo che conosceva fin troppo bene. Era lo stesso che assumeva lei stessa quando dialogava o combatteva con Saki, e in quel frangente comprese che evidentemente anche in Luce vi erano due faide in eterno conflitto e in quell'istante per qualche ragione quella dormiente si era risvegliata. Sapeva benissimo, bastava una parola, un gesto, un luogo che poteva dare il soffio vitale al demone sopito in loro. E sapeva altrettanto bene quanto pericolosi quei demoni dal falso viso angelico potevano essere letali ed ebbe per la prima volta paura che Adam fosse finito nelle mani sbagliati.
Luce sussurrò una frase che sarebbe risultata dolce per una qualsiasi persona che non aveva mai provato quelle sensazioni, ma Lamia non era una persona qualsiasi. Finse di essere ingenua e di non capire, per nascondere di aver capito ed evitare di esporsi troppo, per cui liquidò il tutto con uno smielato
Certo, quando hai bisogno, ci sarò.
Ma un attento uditore avrebbe di certo avvertito quel retrogusto metallico nelle parole che tradiva la loro sincerità, ma forse Luce scossa dalla situazione non ci avrebbe fatto caso oppure come lei avrebbe finto di non capire.
In fondo chi mai avrebbe potuto dirle delle parole simili? Gli umani sanno solo ferire gli altri e non c'è da stupirsi che anche le persone più deboli o che semino più dolci e buone caccino artigli e zanne per combattere e sopraffare l'avversario. In quel momento sentì in lei qualcosa crescere velocemente come una pianta di fagiolo magico nello stomaco che estendeva i rami verso l'alto, un fuoco divampante dritto al cervello e alle mani, assetate di armi e sangue. Per la prima volta sembrò non essere Saki l'artefice, come se un qualcosa di esterno l'avesse condizionata, forse il contatto con Luce e l'aver scoperto quel particolare su di lei. Tranciò quindi il contatto riportando la mano lungo il corpo e nello stesso istante sentì qualcosa tirarle il lembo inferiore del vestito. Adam la guardava interrogativo e un'espressione preoccupata e non appena incontrò i suoi occhi la pianta appassì e un secchio d'acqua spense il fuoco.
E' tutto ok, piccolo. Vai da Luce, dai..
Da tempo aveva intuito che c'era qualcosa in quel piccolo di straordinario e sperò stranamente che quello straordinario funzionasse anche con l'altra mamma.
Ascoltò le parole dell'altra, che snaturate dal contesto potevano sembrare eroiche, ma Lamia le percepì in modo diverso, quasi una minaccia e un auspicio di morte.
Ma se nessuno cercasse una forza sempre più grande, non ci sarebbe motivo di temere per la vita di chi si ha a cuore, non trovi?
Ammesso che si ha qualcuno da difendere, se si cerca l'arma più forte per farlo, qualcuno ne cercherà una ancora più forte per distruggere la tua difesa. Se invece questo ciclo viene spezzato alla radice, l'uso delle armi e della forza sarebbero annullati.
Parole strane per essere dette da Lamia, in effetti non le appartenevano affatto.
Lamia sarebbe diventata sempre più forte, più forte di suo padre e l'avrebbe ucciso.
Voleva solo forse mettere alla prova la cacciatrice e il demone che c'era in lei.
 
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LuCe-90
view post Posted on 4/8/2014, 11:05




Nessuno sapeva, o meglio, la BlackBox si mimetizzava bene nel corpo di Luce, dando ogni tanto qualche fiammata di malvagità che, però, gli altri potevano interpretare solo come qualcosa di “storto” nel suo comportamento. D’altronde era sempre stata così, fin dal principio, fin da quando nessuno sapeva della sua identità da cacciatrice, solo l’amore poteva salvarla dalla sua vita votata alla vendetta ed ad una causa che, infondo, non aveva sposato per volere, ma per necessità. L’amore di un amico o della sua Asuka, questi erano gli elementi che potevano salvarla, ma, forse, era troppo tardi anche per quello, per ciò che accadde nella sua ultima missione per aggiornare l’arsenale di armi. Aveva trovato tre amici, tre persone che la guardavano con rispetto e che avevano espresso la loro più sincera preoccupazione per lei e che cosa avevano avuto in cambio? Luce era stata lo scorpione per quelle tre rane, ma si sa, lo scorpione non sopravvive poi, sprofonda, sempre più giù, negli abissi del lago; allo stesso modo lei stava pian piano sprofondando negli abissi della sua anima, perché è questo che crea la solitudine, l’abbandono, l’inconsapevolezza, ingigantiscono i fantasmi della mente, allungano le ombre, le distorcono e quando ormai non trovi più la differenza fra esse e te stessa non riesci nemmeno a vedere come le loro mani scure e sottili si siano attorcigliate sul cuore.
Nessuno purtroppo sapeva e nessuno, anche involontariamente, come quel fantastico trio di cacciatori, aveva provato ad aiutarla; ma il mondo moderno corre su binari unici, ognuno pensa per sé, ognuno si rinchiude nella propria camera e pensa ai suoi obbiettivi, ignorando si pestare i piedi altrui, a Luce mancava quello, le bastava un sincero affetto... o forse, forse ormai era troppo tardi, anche se, quando guardava gli occhi di quello che fantasticamente doveva essere suo figlio, il cuore le si alleggeriva.
Accarezzò Adam ascoltando le ultime parole di Lamia.
«Sì... ma questo accadrà se chi prende il potere riuscisse ad annientare ogni arma, ogni forma di violenza, allora sì, si vivrebbe in pace. Il cammino della pace non sta nella non-violenza, purtroppo. Bisognerà che qualcuno reagisca, che qualcuno prenda in mano la situazione e rompa gli schemi, chissà se accadrà un giorno. Io, di certo, non sento di averne la forza.»
Disse mentre la BB scivolava via e la chiamava a se.
«Devo... devo andare. Scusami.»
Flessa sulle ginocchia diede un bacio sulla fronte al piccolo e poi, alzandosi, guardò Lamia.
«Grazie.»
Le disse solo questo e andò via.
La parola della gratitudine, non tutti ne colgono il pesante significato.

Ho pensato di chiuderla visto che è aperta da un anno xD
 
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13 replies since 30/7/2013, 23:26   184 views
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