BU!, (non mi veniva altro titolo, comunque, è una sorpresa per Yami)

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Keitaro
view post Posted on 18/7/2013, 13:40




Prese un sassolino e prese la mira, e si accorse solo in quel momento che non aveva la più pallida idea di quale delle numerose finestrone era quella che gli interessava colpire.
Era arrivato lì spinto da un impulso momentaneo, senza pensare poi tanto all'eventualità di incontrare qualcuno, dopotutto era mezzogiorno, e a quell'ora così calda i vampiri stavano di certo ronfando della grossa.
Sempre che ronfassero anche loro come i comuni mortali, non ne era poi così certo.
Era la prima volta in assoluto che metteva piede nel giardino della Night Class, nonostante avesse girato un po' tutti gli angoli di quella scuola, e il motivo era che non ci trovava proprio niente di interessante. Era praticamente speculare a quello della classe diurna, e non aveva mai avuto una ragione particolare per andarci.
Adesso però ce l'aveva.
A ridosso del muro dove si affacciavano le camere del dormitorio c'era una fila di alberi che pareva fare proprio al caso suo, cipressi per l'esattezza. Si inerpicò su uno di essi, maledicendo quel cavolo di zaino che si impigliava dappertutto, e diede un'occhiata alla disposizione delle finestre: la maggior parte era prevedibilmente chiusa, con le pesanti tendone scure completamente accostate per non far passare neanche un raggio di sole. Quelle dovevano essere le camere dei vampiri.
Ce n'era però anche qualcuna, non più di un paio, in cui le tende erano aperte, forse erano vuote oppure al loro interno vivevano vampiri che non temevano la luce...Decise di controllare queste ultime, così, senza far rumore, si lanciò verso il muro aggrappandosi ai fermi di un'imposta, per poi muoversi lateralmente di mattone in mattone, appiattito sulla parete, e spiare non visto cosa accadeva all'interno.
Ad un tratto si fermò. Dentro una di quelle stanze aveva visto ciò che gli interessava: un ciuffo nero appartenente a un ragazzo magro dalla sagoma familiare, che armeggiava con qualcosa. Era più che sufficiente.
Facendo forza sulle gambe si sospinse fino a mettersi appollaiato sul davanzale, in una posizione che ricordava molto quella di un ranocchio.
SORPRESA!!! urlò di punto in bianco prima che il povero Yami potesse accorgersi della sua presenza, facendogli ciao ciao con la manina, e ridendo da solo come uno scemo.
 
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view post Posted on 21/7/2013, 15:24

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Adoro le sorprese :3


Perchè la sua finestra era aperta?
Era semplice, da quando era uscito dall'infermeria ogni luogo chiuso, persino la sua stanza, gli faceva mancare l'aria, una specie di claustrofobia acuta. Davvero seccante.
Pertanto benchè il sole fosse alto nel cielo, tanto caldo da annebbiare la vista del vampiro, aveva scostato violentemente la tenda bordeaux e aveva spalancato la finestra, godendosi quel lieve venticello che trapelava e si diffondeva nella stanza, donando un pò di refrigerio e ossigeno al convalescente che si sentiva soffocare e psicologicamente non aveva ancora abbandonato l'infermeria.
Dopo la felice visita dell'amico Keitaro e della promessa che avevano fatto, nessun altro, come in fondo aveva previsto, si preoccupò di andarlo a trovare in quella stanzina in cui era ricoverato.
Quella prevista solitudine addensò nel suo cuore il senso di colpa verso ciò che aveva commesso nel cortile della sua stessa scuola e non fece altro che intorbidire ancora di più le sue iridi che diventavano più scure ogni volta che una macchia si infrangesse su di essi.
Il bisogno primario che aveva sentito di ritorno in camera sua fu quello di accertarsi della presenza della chiave del sua vecchia stanza nel dormitorio Sole.
Aprì maldestramente la porta e si precipitò al cassetto del comodino che tirò con talmente forza da rompere il pomello di ottone.
Alla fine riuscì comunque a svelarne il contenuto e a ripassarsi tra le mani la chiave che sbloccava quell'adorata serratura.
Si sedette quindi al bordo del letto, dando involontariamente le spalle alla finestra e chiuse il suo tesoro tra le mani e se le portò al petto, chinò il capo e chiuse gli occhi.
In un attimo il suo animo si liberò di un pò del peso che rischiava di schiacciarlo e un tiepido sorriso annaspò sul volto.
Ad occhi esterni poteva sembrare che stesse riposando seduto o che fosse ormai entrato in uno stato Zen, ma di qualsiasi cosa si trattasse fu bruscamente interrotta.
Un individuo si calò sul davanzale della finestra aperta e vi urlò all'interno, le onde sonore si espansero velocemente, battendo di parete in parete fino a convergere tutte nello stesso punto: Yami.
Lo studente sottratto dal suo ritiro spirituale fu urtato nei timpani e con un balzo felino si trovò irto in piedi e si voltò verso l'intruso con una posizione offensiva, mentre nel pugno destro ricoverava la chiave color oro.
Se solo non si fosse lasciato andare a quel tuffo nella sua stessa intimità e nella sua memoria, si sarebbe sicuramente accorto preventivamente dell'arrivo di qualcuno grazie allo spostamento d'aria provocato che l'avrebbe allarmato e non l'avrebbe colto alla sprovvista.
Poi non appena riconobbe un viso amico, lasciò rilassare i muscoli e fluire via tutta la tensione, si portò una mano alla fronte e disse chiudendo gli occhi, con tono molto stanco e stressato.
Oh, Keitaro...sei tu.
Si lasciò cadere quindi di nuovo sul letto, visibilmente provato.
Mi hai fatto prendere un bello spavento! disse poi cercando di assumere un tono adirato, non riuscendoci però minimamente.
La chiave rimaneva nascosta nella sua mano ormai sudata.
Il ragazzo dai capelli arancioni se ne stava tutto allegro e tranquillo sulla finestra con un'espressione da ebete mentre ancora lo salutava con la manina, manina in confronto a quelle di Yami.
Aprì gli occhi e quindi aggiunse:
Allora? Vuoi restare sul davanzale tutto il tempo o ti decidi ad entrare? Si rialzò faticosamente e andò a prendere dell'acqua fresca, offrendo un bicchiere all'ospite e versandone un pò senza chiedere se davvero ne volesse.
Solo allora si accorse che i movimenti erano impediti con l'oggetto che stringeva nel palmo così lo ripose tentando di non farsi vedere da Keitaro in tasca.
Non aveva idea del perchè fosse andato a trovarlo, aveva forse bisogno di qualcosa?
Dopo l'ultima volta, che si erano lasciati in quel modo, Yami aveva persino pensato che non partissero più, o meglio non aveva voglia di sperarci per rimanerci deluso come un bambino.
Quindi non riusciva proprio a motivare quella visita.
E quello zaino? fece poi sorpreso, notando il bagaglio del compagno.
 
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Keitaro
view post Posted on 21/7/2013, 18:03




Ehi! ma che razza di reazione è?!
Esclamò, deluso, fiondandosi dentro dopo essersi accertato che Yami avesse capito che non era un nemico.
Insomma, si aspettava come minimo una risata divertita, o che gli saltasse al collo dalla contentezza... ma pensandoci, perchè mai avrebbe dovuto farlo? Beh, perchè lui avrebbe reagito esattamente così.
Sospirò, facendo spallucce. In fondo era chiaro che l'amico era anni luce diverso da lui, e che proprio questo glielo rendeva imprevedibile.
Si grattò la testa, accettando il bicchier d'acqua, spiando Yami per cercare di capire se quella sua stupida idea gli aveva dato veramente fastidio oppure no, e ne bevve qualche sorso non perchè avesse realmente sete, ma perchè era stato preso da quell'obbedienza inconscia di un bimbo che è appena stato sgridato dalla mamma.
Non volevo spaventarti, giuro! Pe-pensavo che ti avrebbe fatto piacere...non lo farò più, promesso!
Forse aveva accelerato un po' troppo i tempi, dovette constatare a malincuore. Dopo la chiacchierata che avevano avuto in infermeria aveva fatto, come al solito, troppo in fretta a decidere da solo che il loro rapporto fosse ormai abbastanza confidenziale da permettergli di fare capolino nella vita privata di Yami come se niente fosse, senza prendere le dovute precauzioni.
La domanda dell'altro gliene diede quasi la certezza. D'accordo che non l'aveva avvertito di fare le valigie, ma possibile che non riuscisse a collegare lo zaino che aveva in spalla con il loro imminente viaggio insieme? Eppure gli era sembrato che anche lui non vedesse l'ora, e come uno stupido, a sua insaputa, nei giorni successivi all'invito aveva sbrigato tutto ciò che c'era da sbrigare per esser pronti a partire il prima possibile. La sorpresa a effetto, poi, era una cosa che aveva pensato quel mattino stesso.
Oh... lo zaino... ehm...
Non sapeva cosa dire. Si era fatto mille idee a riguardo, fantasticato per giorni su ciò che avrebbero visto e fatto insieme, si era preparato tutta una scaletta di tappe per poter incastrare quante più cose possibili in quel loro viaggio, ed ora pareva proprio che Yami si fosse completamente dimenticato della cosa.
Non potè fare a meno di sentirsi molto stupido per esser stato l'unico a credere davvero a quella promessa.
Diamine, quando ne aveva parlato con Rei si era convinto di esser riuscito a capirlo almeno un pochettino, e invece quel ragazzo si era nuovamente rivelato un enigma.
Lo zaino... - continuò, visibilmente imbarazzato. Che cosa avrebbe dovuto fare? Far finta di niente e dirgli una bugia? Ci pensò un po' e poi, nonostante fosse ormai certo che si stava pericolosamente avvicinando a una figura da due soldi, decise di dire comunque la verità. - ...è per il nostro...ehm... viaggio. So che è improvviso, scusami Yami sul serio! Quando sono venuto in infermeria mi hanno detto che eri stato dimesso e allora... cioè, è tutto a posto, mi sono occupato io dei permessi, ma se hai cambiato idea non fa niente...

Non era in effetti un discorso molto lineare, colpa dell'imbarazzo che lo portava ora a torturare con le dita le bretelle che aveva in spalla, e del fatto che si stesse distraendo per guardare l'amico riporre qualcosa in un cassetto. Chissà cos'era? Che scemo. Segreti ce n'erano ancora un bel po' tra loro due.
 
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view post Posted on 21/7/2013, 22:02

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Lesse la delusione sul volto del ragazzo e perciò tentò di ricomporsi un poco e tentò di essere più amichevole, sebbene non ne conoscesse le ragioni, per un motivo o per un altro era andato a fargli visita e ciò, avrebbe dovuto riempirgli il cuore di gioia comunque.
Purtroppo però non appena pensava a Keitaro, rimembrava l'istante in cui cercò il sostegno tra le sue braccia e quello invece si trasformò in roccia inanimata, fredda, immobile e dura.
Come poteva mostrarsi sciolto e caldo quando da quell'istante fatale era stato contaminato da quello distacco e gelo che aveva percepito penetrargli la carne? Quella stretta mancata era stata più dolorosa di un morso da vampiro, aveva indebolito e sottratto energia e forza da Yami più di quanto non avesse potuto fare un livello E affamato succhiandogli il sangue dal collo.
Inoltre poi si aggiungeva il suo stato fisico non del tutto guarito, in quanto aveva fatto lui pressioni per tornare in dormitorio, ma ancora sarebbe dovuto restare sotto cura. Ancora il suo corpo era debole e vulnerabile e inoltre non tutte le ferite eranos tate così abili da rimarginarsi, la mobilità del braccio e della spalla era ancora abbastanza limitato ed era soggetto a svenimenti e crisi respiratorie frequenti.
In verità si sentì un pò estraneo a se stesso e pertanto impacciato, in altri tempo avrebbe avuto un tuffo al cuore vedendo Keitaro sul davanzale della finestra della sua camera e probabilmente talmente felice gli si sarebbe gettato addosso tanto probabilmente da farli precipitare giù tutti e due come dei salami.
Ma se avesse reagito così, o meglio se ci avesse provato, magari avrebbe trovato un'altra roccia in risposta al suo abbraccio e non era pronto psicologicamente per un altro colpo così duro da ricevere.
Oh no, non preoccuparti! E' solo che mi hai colto in un momento... particolare e non ero preparato quindi ad una visita. Yami aveva un pò difficoltà ad espletare la situazione anche perchè non sapeva come definirla, inoltre sarebbe sembrato stupido se avesse rivelato che il solo stringere quella chiave, gli donava sicurezza e protezione, era una cosa infantile e Yami si era ripromesso di crescere.
Aveva notato l'imbarazzo di Keitaro nel riferire sullo zaino, un leggero pensiero che contenesse l'occorrente per partire sfiorò Yami ma fu subito cestinato dal suo cervello prima che si consolidasse e quindi non gli facesse nutrire inutili aspettative.
Le parole giunsero alle orecchie del ragazzo dai capelli neri, lo colpirono, come un potente pugno allo stomaco. Spalancò involontariamente gli occhi dallo stupore, il braccio sano che fino ad allora aveva retto il bicchiere colmo di acqua a pochi centimetri dalle sottili labbra di Yami improvvisamente divenne meno efficiente di quello ancora fasciato e non fu più in grado di tenere nemmeno un oggetto così leggero.
Il vetro si infranse al suolo liberando il liquido che si disperse sul pavimento.
Yami restò qualche millesimo di secondo ancora sul posto poi trovando una strana forza negli arti inferiori si catapultò sull'ospite inatteso, si avvinghiò praticamente a lui, attaccandosi al collo con le braccia e stringendo forte in modo che i due corpi si toccassero quasi interamente, il capo di Yami era poggiato sulla spalla del viaggiatore che aveva inondato con i suoi capelli.
Riuscì a sibilare Allora non te n'eri dimenticato...! trattenendo a stento le lacrime sotto le palpebre chiuse.
I-io pensavo che dopo quell'episodio in infermeria, tutto fosse stato silenziosamente annullato... p-pensavo che non avevi più voglia di condividere nulla con me... pensavo che tra noi due... si fermò prima di assillare il ragazzo con le sue mille fisime che l'avevano tormentato, ormai non importava più, quel che importava era che tutti i suoi pensieri erano stati errati ed ora poteva stringerlo tra le braccia.
Sono stato proprio uno stupido... constatò prima di staccarsi dall'amico, come ultimo sussurro nel suo orecchio.
Ringhiottì le gocce salate, non c'era tempo per troppi sentimentalismi!
Si aiutò con il braccio completamente funzionante per spazzare via ogni traccia di pianto o espressività che ne preannunciavano la venuta dal viso.

Strinse i pugni e guardò l'amico determinato.
Bene! Allora dimmi quanto tempo ho per fare la valigia, tanto ci metterò solo un attimo!
Si guardò intorno e studiò attentamente la situazione globale, prima di un viaggio, la stanza meritava una sistemata, lui era in condizioni poco presentabili e doveva preparare la valigia.
Per prima cosa, facilitiamo il lavoro... si diresse verso il secondo cassetto del comodino dal quale cacciò un elastico per capelli rosa.
Quando fu ormai visibile anche all'amico in quanto lo usò immediatamente per farsi una specie di coda improvvisata e quindi togliersi l'impiccio dei lunghi capelli si affrettò a giustificarsi Ehm, non ci far caso... Ne avevo comprati un pò, ma finisco sempre per perderli da qualche parte... questo è l'unico che mi è rimasto! disse facendo un pò rosso per l'imbarazzo. Poi riacquistò sicurezza e si diresse verso l'armadio dal quale per prima cosa estrasse uno zainetto più o meno simile a quello di Keitaro, comodo e capiente a tinta unita, nera ovviamente fatta eccezione per le cuciture e le cerniere rosso fuoco.
Bene disse poggiandolo sul letto per prima cosa, l'intimo. Si fiondò nel cassetto ampio sotto l'anta dell'armadio e lo aprì senza pudore, mostrando la collezione maniacale di boxer e slip tutti a tinta unita o neri o bianchi.
Quindi ne afferrò due paia per ogni mano slip e boxer nero nella destra e slip e boxer bianco nella sinistra Dunque quali mi consigli? Rise fortemente in quanto sembrava una ragazzina che chiede consiglio all'amichetta.
Dopo aver ovviato il problema dell'intimo, infilò nello zaino qualche t-shirt, una camicia per fare bella figura con la famiglia del compagno e un cardigan nel caso nella residenza di Rand, sul mare avesse fatto fresco la sera. Infilò poi bermuda e un pantalone nero lungo.
Per ultimo infilò un completo chiuso in uno scatolo che non mostrò a Keitaro e a cui non accennò neppure, quello era il vestito a cui teneva di più e che avrebbe indossato nella residenza del purosangue.
Ecco fatto, ora passiamo agli accessori! ovviamente, intendeva tutto ciò che non fossero vestiti. Preparò velocemente un mini-beauty e con un pò più di calma poi in varie tasche inserì il coltellino tascabile che portava per autodifesa, le compresse ematiche, la mappa di Tuon ed infine la chiave della camera del Dormitory Sun. Prima di depositarla nel bagaglio la osservò e vi passò la mano su tutta la sua superficie, evidenziandone la lunghezza, questa significa molto per me... è la chiave della mia vecchia camera quando frequentavo la Day Class... spiegò verso Keitaro.
Poi si riprese scuotendo la testa e fiondandola in una tasca interna.
Dunque, Kei sto dimenticando qualcosa? chiese quasi agguerrito all'altro, aspettò responso e poi finalmente chiuse la borsa e la gettò in un angolo vicino la porta, slegò i capelli riponendo l'elastico nel comodino.
Ora si passa ad aggiustare la camera! disse poggiando un attimo i pugni sui fianchi, poi alla velocità della luce rifece il letto, si sfilò i vestiti di dosso mostrando il suo corpo davvero esile all'amico rimanendo solo in biacheria e mostrando inevitabilemnte anche le ferite ancora non del tutto cicatrizzate, staccò le tende bordeaux spostando Keitaro dalla posizione in cui stava come se fosse un soprammobile, e le sostituì con quelle blu chiaro. Riversò quindi le tende invernali e i suoi vestiti sporchi nel cassonetto apposito, poi indossò una canotta a maniche a giro e un pantaloncino corto, converse e collare di raso al collo.
Si voltò quindi definitivamente verso Keitaro.
Sono pronto! annunciò con aria soddisfatta. Rimase a fissarlo perchè si era mostrato così solo con Kibuki, il suo fratello lì nella Cross. Era stupito di se stesso, evidentemente inconsciamente doveva tenerci davvero a Keitaro, quindi sorrise sperando che l'altro intuisse l'importanza che tanta naturalezza nell'atteggiamento di Yami conteneva.
 
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Keitaro
view post Posted on 22/7/2013, 13:48




L'impeto con cui Yami gli si gettò al collo quasi gli fece perdere l'equilibrio, tanto fu improvviso e inaspettato. Non capiva: un minuto prima era quasi scocciato, un minuto dopo se lo ritrovava appiattito contro il suo corpo che lo stringeva così forte da togliergli quasi il fiato.
Alle sue parole, però, una scintilla di comprensione brillò nella sua testa: con "episodio" forse alludeva al modo in cui era andato via, qualche giorno prima?
Quando la smetterai di dubitare di tutto e di tutti? disse, intenerito, allungando le proprie braccia sulla schiena dell'amico, ricambiandone l'abbraccio, finendo per contenerlo completamente, tanto era sottile.
Sissignore, sei stato proprio stupido - continuò quando l'altro si fu scostato, senza nascondere un sospiro di sollievo dovuto sia al chiarimento appena ottenuto, sia al fatto che si fosse allontanato dopo avergli praticamente soffiato quelle parole all'orecchio, cosa che gli aveva messo addosso un certo disagio: non voleva finire come la volta scorsa, magari provocando un ulteriore fraintendimento.
Si passò una mano dietro l'orecchio, ormai dello stesso colore dei suoi capelli e, sorridendo, spiegò: l'altra volta sono dovuto andar via per forza. Sai come funziona... avendoti così vicino...se non fossi andato via avrei potuto cedere. Tu però!- si riscosse dall'imbarazzo in cui lo stava gettando quell'ammissione, per assumere un tono di rimprovero, incrociando le braccia. - Tu però non ci hai messo molto a dubitare di me eh!
Doveva ammettere che era un po' contrariato. Per chi l'aveva preso? Va bene che forse i suoi modi a volte troppo espansivi potevano dare di lui l'impressione di uno che faceva promesse con facilità, e altrettanto facilmente le dimenticava, ma non era affatto così! E credeva che Yami questo l'avesse capito ormai... ma fu più forte di lui. La lieve arrabbiatura gli scivolò via di dosso come una folata di vento quando vide l'altro ritornare allegro, e iniziare a girare per la stanza cercando qualcosa da mettere in valigia.
Lo osservò per tutto il tempo, decisamente divertito. Non l'aveva mai visto in quella veste, contento come un ragazzino eccitato all'idea di qualcosa di nuovo, non pensava che potesse essere così vitale.
Wow! Così è questa la tua faccia! Se ti vedessero le ragazze della Day Class inizierebbero a urlare. Perchè non li porti sempre così i capelli? Beh, magari con un elastico di un colore meno equivoco...ma comunque stai benone!
Disse, davvero meravigliato nello scoprire l'effetto che facevano due occhi, e non uno solo, sul viso dell'amico. Sembrava più piccolo così, forse perchè i suoi occhi apparivano enormi e ancora più neri del solito, in contrasto con il viso piccolo e delicato, chiaro come latte.
Nel godersi la scena neanche provò a spostarsi dalla sua posizione, Yami sembrava una formichina operosa, si muoveva così velocemente di qua e di là che Keitaro aveva paura che si sarebbero scontrati se per caso avesse mosso un passo verso una delle sue imprevedibili traiettorie.
Più volte fu costretto a portarsi una mano alla bocca per nascondere le risate che gli ispirava quello spettacolo, come, ad esempio, quando gli rivolse quella domanda assurda riguardo ciò che per Keitaro erano solo delle normalissime mutande. Questione di terminologia. Yami le chiamava "intimo", lui "mutande".
Ad ogni modo non ce la fece, e le sue risate fecero presto eco a quelle del proprietario di una tale invidiabile collezione di biancheria.
Hahaha! Guarda che non ti stai preparando per un appuntamento galante! - si asciugò una lacrimuccia di divertimento dall'angolo degli occhi - Ma se proprio ci tieni tanto, allora quelle nere, sono più fighe. E te lo dice uno che le proprie le compra in serie al mercatino e in questo momento ne indossa un paio con dei bellissimi trenini blu.
Che cosa strana. Non immaginava che quel ragazzo così serio avesse un lato tanto buffo. Era stata una bella scoperta, in fondo. Vederlo così a suo agio era un piacere per gli occhi, tanto che si congratulò mentalmente con se stesso per la brillante idea di piombargli in camera, completamente dimentico del fatto che solo pochi minuti prima quella stessa idea gli era sembrata un grosso errore.
Dovette poi ricredersi anche su un'altra cosa.
Una chiave. La chiave della sua vecchia stanza, ecco cos'era l'oggetto misterioso di poco prima. Senza che glielo avesse chiesto, era stato lo stesso Yami a svelare l'arcano e, dal modo in cui guardava quel pezzo di metallo allungato e dall'accuratezza con cui l'aveva riposto, era facile intuire che valore avesse per lui.
Un po' lo invidiava. A lui probabilmente non sarebbe rimasto nessun tesoro del genere una volta trasferitosi nel dormitorio Luna.
Sorrise appena. Figurarsi se quel lunatico di Rei gli avrebbe permesso in futuro di fare avanti e indietro dalla "sua" stanza, come amava definirla. Tzk. Certo, un po' il loro rapporto era migliorato, ma non c'era da fare poi tanto affidamento alle cose dette da ubriachi.
Su questo sei stato più fortunato. Per quanto mi riguarda credo proprio che Rei non veda l'ora che mi tolga dai piedi. Comunque, se hai finito... - credeva che la preparazione fosse finita quando l'altro ebbe finalmente chiuso la cerniera dello zaino (dopo averci infilato dentro almeno il doppio delle cose che ci aveva messo lui), ma si sbagliava di grosso.
A quanto pareva era arrivato il turno delle pulizie di primavera.
Come un fulmine se lo vide sfrecciare di qua e di là rifacendo letti, riponendo panni sporchi, spolverando qualunque cosa cadesse nel suo campo visivo (avrebbe giurato di aver sentito un colpo di piumino sulla sua spalla) e tutto ciò che si può fare per rendere asettico un locale, il tutto rigorosamente mezzo nudo.
Che poi, il senso di fare le pulizie in boxer ancora gli sfuggiva, ma ognuno ha le sue abitudini no?
Stava, neanche a farlo apposta, pensando a quanto fosse mingherlino e a quanto dovevano esser state profonde quelle ferite, quando le sue braccia sottili lo sollevarono di peso e, come fosse una pianta di ficus, lo spostarono in un cantuccio per avere libero accesso alle tende. Le tende?! E da quando in qua le tende vanno cambiate?!
Ahem.. Yami... non ti sembra di esagerare?

Disse in un soffio, per paura di beccarsi una ramazzata in testa, ma la sua frase fu interrotta dall'esclamazione del compagno che, rivestitosi in un batter d'occhio, annunciava orgogliosamente la sua ferma intenzione a procedere.
Che tipo che sei...
Ridacchiò di nuovo sotto i baffi, poggiandogli una mano sulla spalla, ormai più che convinto che tutto sarebbe andato per il meglio. Erano giovani, erano carichi, erano tutto ciò che serviva per godersi a pieno un po' di sana e meritata vacanza.
Finalmente! A un certo punto avevo temuto che volessi metterti a pulire il lampadario! Allora: andiamo?
Così dicendo, gli fece un occhiolino e si avviò verso la finestra (non poteva correre il rischio di farsi vedere in giro per i corridoi) e, comunicandogli di farsi trovare all'uscita del cancello, saltò giù.
Forse avrei dovuto portare il vestito buono per quando andremo dai Banshere...
Già. Peccato che lui, di vestiti buoni, non ne aveva neanche uno.
 
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view post Posted on 25/7/2013, 12:29

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Quando la smetterai di dubitare di tutto e di tutti?
Non appena Keitaro pronunciò simili parole Yami involontariamente si crucciò ancora di più tra le braccia dell'altro stringendolo più forte improvvisamente. Come se una spina si fosse conficcata nel fianco e lui per addolcire il dolore stringesse Keitaro. Ovviamente non se la prese affatto perchè fu Keitaro a pronunciarle, anzi lo commosse per quanta ragione avesse avuto e per come diligentemente avesse letto dietro i suoi comportamenti.
E' che... nella mia vita tutti prima o poi mi hanno tradito e abbandonato... disse sommessamente nell'orecchio dell'amico che ricambiò teneramente la sua stretta.
...a cominciare dai miei genitori. perchè continuò la frase e disse ciò? Non era mai successo prima, dopo aver scoperto la cruda realtà non aveva mai più accennato con nessuno dei suoi genitori, nè ci aveva più pensato veramente, fatta eccezione che in alcuni incubi. Allora perchè inconsciamente aveva svelato a Keitaro quella brutalità che voleva tanto tenere nascosta? Fu spontaneo e non riuscì a trattenersi, probabilmente a causa della sua frase che svelava il suo trauma psicologico.
Si sorbì il -dolce- rimprovero che l'altro si affrettò a fargli, chinando il capo e portando le mani dietro la schiena. Guardava a terra e col piede destro disegnava dei semicerchi sul pavimento verso l'esterno, molto piccoli, come un bambino che viene sgridato dalla mamma dopo aver fatto una marachella ed è sinceramente dispiaciuto tanto da promettere silenziosamente di non farlo più.
Quando spiegò e svelò il mistero sciogliendo il fraintendimento, Yami si sentì ancora una volta stupido per aver affrettato tutti i suoi pensieri e aver pensato subito e solo al peggio non mettendosi nei panni dell'ex-umano che inevitabilmente, per quanto avesse resistito e fosse stato forte, in una camera chiusa con tutte quelle ferite ancora fresche e aperte sul corpo del convalescente, prima o poi avrebbe sentito un pizzicore alla gola. Era normale, anche un livello B, probabilmente, non ce l'avrebbe fatto a respirare a lungo in quell'aria satura dell'odore del loro piatto preferito.
Mi dispiace Kei... si affrettò a mugugnare Yami ...ero stanco e ferito, in superficie, ma anche dentro... per cui ho pensato subito al peggio. poi si piegò inchinandosi in avanti e giunse le mani come se stesse per pregare e prounciò con tono più chiaro Scusa! quando rialzò la testa, un sorriso albergava su di essa.

Si voltò verso l'amico che gli fece quel complimento.
Già, quand'è che avrebbe cominciato a vivere da normale studente?
Ragazze, dici? Ne ho abbastanza di loro... sia della Day che della Night Class! disse diventando rosso e tingendosi gli occhi di rabbia e disappunto. Stette un attimo immobile a pensare a quello che disse e poi tonrò a trottare per la camera. In effetti non aveva mai parlato a Keitaro delle sue "storie" lì in accademia, delle quali andava fiero a metà.
Kei! Non prendermi in giro! fece di rimando con un'altrettanta sonora risata cercando però di sembrare arrabbiato, fallendo.
Seguì quindi il consiglio dell'amico e le infilò nello zaino.
E allora? Io adoro viaggiare nei trenini, Ahhahahahahah. disse scherzosamente.
Tornò serio quando si ritrovò con uno dei suoi oggetti più preziosi in mano e ispirato dall'atmosfera sciolta che si era creata svelò per la prima volta a qualcuno anche l'identità di quella chiave.
Anche quando io e Kibuki- cominciò per rispondere a quel pensiero tremendo che Keitaro aveva fatto, Yami ormai sapeva benissimo quanto fosse brutto non trovarsi a proprio agio nel dormitorio, lo aveva sperimentato in quello Luna- condividevamo la camera, eravamo certo già inseparabili, ma non eravamo in grado di capire quanto contassimo veramente l'uno per l'altro... continuò finchè non fui costretto ad andarmene.
Vedrai che anche tra te e Rei sarà così. concluse con tono decisamente ottimista.
Inoltre è stato proprio Rei a permettermi segretamente di continuare a possedere questa chiave. aggiunse sicuro che questa prova avrebbe fatto ricredere sul serio l'amico.
Pensa che si è offerto qualche volta di lasciarmi passare indisturbato nel Dormitory Sun anche oltre il coprifuoco! disse sorridendo verso Keitaro, che era sicuro avrebbe apprezzato Rei, come lui a sua volta, una volta trasferitosi.
Sai per me le tende sono importanti, in quanto filtrano la luce solare, contagiano il mio umore in ogni stagione, per questo nè ho un tipo per ognuna di esse. specificò, rendendosi conto che tutte quelle operazioni potevano suonare insolite.
Ascoltò divertito le parole dell'ospite e per fargli prendere un colpo gettò di nuovo lo zaino sul letto e disse a voce alta come se avesse avuto un'illuminazione
E' vero, il lampadario!
Stette qualche secondo nelle vesti di attore e poi smorzò la situazione dicendo semplicemente Scherzavo! cacciando la linguaggio e riadagiando lo zaino sulle spalle.
Keitaro gli comunicò già oltre la finestra di farsi trovare all'uscita, prevedendo che avrebbe preso le normali scale, ma che gusto c'era così?
Si avvicinò alla finestra, col braccio perfettamente funzionante fece leva e si gettò giù, per evitare una caduta rovinosa o inutili sforzi alle gambe, con lo stesso braccio di prima, prima di atterrare, puntò il suolo e creò una corrente d'aria ascensionale che servì solo da freno, che gli permise di poggiarsi delicatamente a terra senza rumori o cadute, ma solo con un pò di polvere in più.
Credevi davvero che non ti avrei seguito? disse spuntando oltre il polverone, con tono di sufficienza.
 
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Keitaro
view post Posted on 25/7/2013, 13:09




che faccio? rispondo o apriamo direttamente il viaggio?
 
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view post Posted on 25/7/2013, 21:14

Endymion: Every night i wait for my sweet Selene...

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Non so, come vuoi Kei!
Magari o parti il topic del viaggio rispondendo da qui oppure se avevi in mente già un'apertura scenica puoi fare una piccola risposta qui giusto per non lasciare appeso il povero Yami oppure aprire direttamente :) Come vuoi, per me va bene qualsiasi cosa ^^
 
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Keitaro
view post Posted on 26/7/2013, 00:42




hmmm, per il momento non mi viene in mente nulla di scenico, però hai ragione, il povero Yami non merita di rimanere appeso! XD


Che Yami non avesse una vera e propria famiglia l'aveva sospettato, ma mai avrebbe potuto immaginare che si sentisse tradito perfino dai suoi genitori. Non riusciva ad immaginare nulla di più triste, quanto ci si può sentire soli se non si può contare sui propri cari? Si chiese che cosa ci fosse alla base di quell'affermazione così lapidaria, e quanto la parte soggettiva avesse influito in quel giudizio così definitivo: si fidava di Yami, e gli credeva, però non poteva fare a meno di pensare al ruolo giocato dalla sua incredibile sensibilità in tutta quella storia.
Tuttavia, qualunque cosa fosse, si sentiva che ne soffriva ancora parecchio, cosa che lo portò a stringerlo un po' di più a sé, incurante in fondo di tutte le domande legittime o meno che avrebbe voluto fargli: se sentiva di esser stato tradito e abbandonato, questo era più che sufficiente per desiderare di non deluderlo un'ennesima volta.
Sperava solo di non combinare casini come suo solito.
Con la sua delicatezza da rinoceronte e il suo tatto inesistente dava infatti quasi per scontato che, tra loro due, sarebbero sorti numerosi fraintendimenti da allora in avanti.
Fece un gran sospiro. Magari col tempo avrebbe imparato a pensarci due volte prima di parlare o di agire. A dire il vero, stava già migliorando.
Ad esser proprio sinceri, anche se non se ne rendeva conto, era sempre stato automatico in lui cambiare completamente atteggiamento nei confronti delle persone a cui teneva di più. Anche con Miku, con Victoria, con i suoi fratelli e con i suoi genitori, era sempre stato così. Un po' forse per vergogna, un altro po' per riguardo e amore, tendeva con loro a lasciare in un cantuccio la sua parte istintiva e infantile, e a diventare una salda roccia su cui fare affidamento nei momenti difficili. Gli piaceva prendersi cura dei suoi affetti, che per lui erano la cosa più importante, come ci si prende cura di un tesoro.
Ma, buffa cosa, non lo sapeva Keitaro, di esser fatto così.
Intuendo dunque, che anche per Yami come per Rei l'argomento "famiglia" era un tasto dolente, preferì non addentrarsi ulteriormente in esso se questo doveva significare parlarne per pochi minuti in maniera sbrigativa, come sarebbe di certo avvenuto in quel frangente visto ciò che stavano facendo, e si limitò a congedare la questione sorridendo e scherzandoci un po' su.
Tu pensi sempre subito al peggio, zuccone. Chissà se riuscirò mai a farti cambiare idea?
Fu così che, accantonata la parte spinosa del discorso, i due tornarono ad occuparsi di faccende più innocue.
Yami continuava a rassettare, tra il serio e il faceto, rispondendo agli scherzi e alle affermazioni dell'amico ora con una risata ora con qualcosa di serio e, anche se non l'avrebbe mai ammesso veramente, fu contento di sentire dalla sua bocca quella rassicurazione riguardo al rapporto strano che aveva con il suo attuale compagno di camera. Sebbene non fosse ancora disposto a concedersi di crederci, infatti, un po' ci sperava di non perderlo del tutto una volta andato via. Come dire... ormai si era affezionato a quel damerino, e avevano trovato un equilibrio, una cosa del genere "tu non ti impicci dei fatti miei e io non mi impiccio dei tuoi e vedrai che andremo d'accordo". In effetti pareva funzionare. Anche se Keitaro continuava ad arrabbiarsi, nel vedere quanto amabile fosse il damerino in questione con tutti, e quanto invece fosse burbero e scontroso con lui.
Baaah! Sarà, comunque dicevo così, tanto per dire, non è che me ne importi poi un granché.
Liquidò, incrociando imbronciato le braccia, fingendo indifferenza e riscuotendosi allibito quando Yami annunciò la sua intenzione a pulire anche il lampadario.
Non poteva fare sul serio, vero?
Ci deve pur essere un limite al fanatismo igienico!
Quasi quasi cominciava a dubitare che fosse una buona idea cercare di capitare in camera con Yami. Sì, per inciso, aveva fantasticato spesso su questa eventualità, ma sebbene non fosse propriamente un disordinato non arrivava neanche a un decimo della pulizia di quel ragazzo!
Scherzavo!
Pheeew!
Eri fin troppo credibile, Cenerentola! Bene, allora se non c'è altro...
Non fece in tempo a saltar giù che si vide una figura nera passargli di fianco, scavalcare la finestra e piombare nel vuoto.
AAAARGH!!! Oddio. Oddio. ODDIO.
Dovette strozzare il grido in gola. Nei pochi, lunghissimi, secondi che seguirono il suo colorito passò dal bianco cenere al verde bile al rosso peperone: già se l'immaginava, ancora convalescente, sfracellato al suolo, e non aveva pensato neanche per un secondo che il suo potere gli avrebbe permesso l'atterraggio morbido che seguì.
Si fiondò giù a sua volta, ancora mezzo paonazzo.
Mi hai fatto prendere un colpo disgraziato!!! - fece del suo meglio per gridare sottovoce. Per fortuna che la scarica di adrenalina si era istantaneamente fermata quando l'aveva visto sano e salvo. Per qualche secondo parve pensarci su. Poi, tutto eccitato e con gli occhi della meraviglia, trotterellandogli al fianco mentre si incamminavano, gli chiese:
La prossima volta lo fai anche a me?!

Erano fuori dal dormitorio.
Coi loro zainetti in spalla, pieni di cose e di storie da raccontare e da raccontarsi, volsero i loro passi verso un nuovo giorno.
L'arietta umida della notte e il verso di una civetta lontana fecero loro compagnia fino a quando non ebbero varcato gli alti cancelli dell'Accademia Cross.
 
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8 replies since 18/7/2013, 13:40   148 views
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