Liquidambar, Rei x Keitaro

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lošai
view post Posted on 2/10/2012, 11:45




Era strano constatare come il tempo passava e come le persone cambiavano. Rei si trovava sotto il solito albero in cui soleva incontrarsi e chiaccherare con Gilbert, un sempreverde che non sapeva indentificare appena fuori l'uscita della Night Class e inoltrato nella foresta dell'Accademia, a non fare praticamente niente.
Era sdraiato a pancia in su, gli occhi appena socchiusi mentre scrutava le stelle tra le fronde spelacchiate dell'albero, e nel frattempo cercava di evitare di pensare.
Si era fatto una bella riflessione su Yuri. Su quello che aveva fatto e che aveva detto, cosa che ormai soleva fare ogni giorno dal loro ultimo incontro al ristorante. E poi era arrivato a pensare alle sue altre conoscenze, constatando che le persone erano cambiate troppo dalla prima volta che aveva avuto il piacere di incontrarle. E infine, aveva concluso che anche lui era cambiato nel corso degli anni.
Portò le mani incrociate sotto la testa e chiuse gli occhi, pronto nel fare il suo pisolino notturno prima di controllare l'uscita delle lezioni di quelli della Night Class, e si rivide di qualche anno più giovane, sotto quello stesso albero, a fare il cretino con Gilbert.
Doveva ammettere che i suoi primi anni erano stati alquanto divertenti. Le persone che aveva incontrato gli piacevano tutte e aveva anche fatto esperienze varie e appaganti, sotto un certo punto di vista. Certo, alcune cose se le sarebbe risparmiate volentieri, ma, per altre cose, avrebbe volentieri riavvolto il filo della sua vita e sarebbe tornato indietro. Ogni tanto pensava ai primi tempi in quella scuola. Quando ancora non c'era Yuri e lui se la spassava, neanche ogni giorno fosse l'ultimo. Quando c'era Tessa, e Luce che poteva vedere sempre e quando voleva, ed Edvige, che era più reperibile. E poi Ren, ma, quello era un altro discorso in cui non voleva impelagarsi dato che aveva cercato di rimuovere tutto.
Perchè la vita in accademia era cambiata in quel modo?
Adesso non aveva più nessuno a cui rompere le scatole in maniera decente. A parte Keitaro. Ma con Keitaro non ci si divertiva. Gli sarebbe servito qualcuno come Yusuke, con cui farsi un bicchierino ogni tanto e andarci giù pesante per non pensare più a niente.
Sì. Gli mancava bere. Gli mancava quanto le sigarette.
CITAZIONE
-D'accordo. Nasconderemo una scatola di birre sotto terra. Così quando ci verrà voglia verremo e le prenderemo.- disse Yusuke allegro.
-Non andranno a male?-
-Naaa. Dovrebbero scadere tra due o tre anni, credi che non torneremmo qui prima di una settimana?-ridacchio l'altro iniziando a scavare una buca sotto l'albero che avevano deciso di usare come nascondiglio.

Si alzò a sedere di scatto, ricordandosi quell'episodio.
Alla fine, non erano più tornati a bere sotto quell'albero. Ma, a dire la verità, non ricordava che tipo di albero fosse. Ricordava un albero grande, con un taglio verticale che si notava parecchio e delle foglie a forma di stella di un rosso scuro, segno che non era un sempreverde come l'albero sotto cui si trovava.
Si abbassò nuovamente a terra.
Non sapeva dove cercare e di vagare da solo nella foresta non aveva voglia. Ci sarebbe ritornato. Magari trascinandosi dietro Keitaro per un aiuto.

Mah. Mentre scrivevo ha preso questa piega.
Il Liquidambar è l'albero...
 
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Keitaro
view post Posted on 2/10/2012, 14:36




La vita da collegiale, diciamolo, proprio non gli si confaceva.
Era la prima estate, da quando era nato, che aveva trascorso in maniera così inutile. Non che le novità fossero state poche, ma a parte un paio di enormi cambiamenti esistenziali e qualche occasione in cui aveva temuto per la sua vita, a parte quello i giorni erano scivolati via uno dopo l'altro senza niente da fare se non poltrire in posti sempre diversi. Insomma, si annoiava incredibilmente. A lui non piaceva oziare, tutt'altro, era un tipo costantemente in movimento, amava fare cose e chiacchierare, scherzare, buttarsi a capofitto in tutto ciò che faceva, e da quando era arrivato in accademia non era ancora riuscito a ritagliarsi uno spazio tutto suo. Non fisicamente (lo spazio fisico se l'era ritagliato fin troppo bene mettendo da subito in chiaro quale fosse la sua parte di stanza da non oltrepassare...) no, quello che gli mancava era ritrovare la sua dimensione di persona, riprendersi ciò che lo aveva sempre reso se stesso al di là di tutto il resto, vampiro o non vampiro.
Aveva iniziato da poco a pensarla in questi termini, probabilmente stimolato dall'incontro con quella vampira che aveva suonato per lui, incontro durante il quale aveva capito che gran parte del problema era rappresentato non tanto dalla sua nuova condizione, quanto dal modo in cui la stava affrontando.
Sissignore, lo sapeva benissimo che questo era ciò che gli andavano ripetendo tutti fin dall'inizio, ma doveva accorgersene da solo o non sarebbe servito a niente.
Stava anche cominciando a farci il callo con quei nuovi ritmi e, per lui che aveva sempre avuto paura del buio, era una gran conquista il fatto di riuscire a gironzolare di notte anche quando la luna non era proprio piena e anzi, a dire la verità, le sue passeggiate/allenamenti notturni stavano diventando la parte della giornata che preferiva.
Poteva prendere aria, muoversi, correre, sfogare tutta l'energia che aveva e che altrimenti, continuando ad imbottigliarla, prima o poi sarebbe esplosa di brutto, come testimoniavano i numerosi scatti d'ira che aveva nei confronti dei poveracci che gli capitavano davanti dopo le notti di luna nuova.
Al momento, Keitaro stava rimbalzando da un ramo all'altro, non si stancava mai di fare acrobazie da quando aveva scoperto di cosa fosse capace il suo corpo, ma nel frattempo stava anche cercando di capire da che parte fosse l'istituto. Si era spinto un po' troppo oltre nel bosco dell'Accademia e, addentrandosi per seguire un animale strano che non aveva mai visto, aveva perso la strada. Ad un tratto, notò che tra le chiome degli alberi ve ne era una un po' più rossa delle altre, da lontano si sarebbe detto un acero per il quale l'autunno doveva essere arrivato un po' in anticipo.
Si avvicinò ad esso per guardarlo da vicino: una delle cose che amava di più in assoluto era godersi le prime foglie dorate che segnalavano il cambio di stagione, di solito ci andava con Miku a cercarle e poi, trovati gli alberi più adatti ci tornavano il giorno dopo con tutta la banda.
Stavolta era solo, ma si sarebbe accontentato. Non era ancora pronto a incontrare Miku perchè temeva ancora di farle del male, l'ultima volta quel profumo gli aveva dato alla testa molto più del normale... ed ecco un altro motivo per cui stava seriamente iniziando a pensare all'eventualità di passare "all'altra sponda", quella dei vampiri C ovviamente.
Giunto che fu lì sotto, con sua somma sorpresa si accorse che non era di un acero che si trattava, bensì di un albero che aveva visto tante volte nel suo paesino al Nord, un albero che lui da piccolo aveva ribattezzato "kaoki" facendo un mix tra le parole "kaoru", profumo, e "ki", albero, ma che in realtà suo padre chiamava Liquidambar.
Da esso era usanza estrarre una resina molto profumata, che veniva opportunamente trattata (lui non sapeva farlo ma suo nonno sì) e bruciata nelle occasioni di festa, ne bastava poca per profumare un intero tempio!
Mentre i grandi si occupavano dell'estrazione della resina, di solito i bambini si dedicavano alla raccolta dei frutti che non avevano alcuna utilità pratica dal momento che non erano commestibili nè profumati ed erano legnosi, ma erano ottimi proiettili da fionda, tutti tondi e con quegli aculei che una volta attaccati ai maglioni di lana non venivano più via!
La tentazione fu troppo forte. Con un sorriso stampato in faccia Keitaro raccolse quanti più frutti potè, infilandoseli nelle ampie tasche dei pantaloncini. Non che avesse nulla da farci, ma in quel momento gli sembrarono alla stregua di un piccolo tesoro. Era come ritornare bambini, randagi e felici a trafficare tra foglie rosse e gialle.
Con le tasche piene di quello strano bottino, si drizzò sul ramo più alto e, finalmente, adocchiò i tetti grigi della scuola, neanche troppo lontani.
Riprese a saltare di ramo in ramo in direzione dell'Accademia, con in testa ancora quei ricordi che non sarebbero più tornati, ma che di tanto in tanto non era male ripercorrere con la mente per ricordare a sé stesso che non gli erano mai piaciute le persone come quella che lui stesso stava diventando.
Un improvviso fruscio dal basso attirò la sua attenzione. Sperò che fosse lo strano animale che aveva seguito poco prima, e si sporse appena appena.
Uno strano animale c' era di sicuro, si era appena alzato di scatto e poi disteso, ma quello lo conosceva fin troppo bene.
Che ci faceva lì a quell'ora di notte?
Ah già.. dimenticava sempre che Rei era un Guardian, e che gli toccava fare la ronda quasi tutte le sere.
Certo che anche lui faceva una vitaccia... era un umano ma i suoi ritmi erano peggio di quelli di un vampiro, ciò nonostante non lo aveva mai sentito lamentarsi una volta. Ma forse semplicemente lo faceva di nascosto.
Ecco, Rei era una persona che non capiva ancora fino in fondo. Tutto sommato non gli dispiaceva come tipo, aveva del potenziale, solo che proprio non riuscivano ad andare d'accordo.
Mah. Chissà come mai poi? - pensò, sinceramente meravigliato della cosa, mentre tirava fuori dalle tasche i proiettili raccolti poco prima per lanciarli a mo' di grandinata sul bell'addormentato lì di sotto...
 
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lošai
view post Posted on 15/10/2012, 13:43




-Ouch!-esclamò quando una pioggia di chissà che cosa gli arrivò addosso, colpendo in vari punti e attaccandosi alla giacca della divisa.
Aprì gli occhi alzandosi a sedere di scatto, portandosi le mani sulla testa e la fronte, dove la caduta di quegli strani proiettili di frutta gli aveva fatto più male, e alzò gli occhi verso l'alto, osservando una figura fin troppo familiare che se la probabilmente rideva dall'alto di un ramo.
-Ti stai divertendo?-domandò a Keitaro senza scomporsi più di tanto, rimanendo seduto a terra, cominciando un lavoro di eliminazioni dei proiettili che erano rimasti attaccati sulla giacca.
Iniziava a calargli ancora di più la vista, dato che nonostante fosse buio non riusciva a vedere chiaramente a pochi metri da lui.
Quella strana roba che gli aveva lanciato però la vedeva -e la sentiva- benissimo. Se ne tolse uno dai capelli e lo osservò per qualche istante, lanciandolo subito dopo verso l'alto, cercando di colpire Keitaro con quell'arma improvvisata.
Dannazione. Non si poteva stare tranquilli in quella scuola?
Sospirò prendendo l'ultimo frutto, osservandolo con più attenzione, notando, qualche istante dopo che quella roba gli era veramente familiare, perchè era già stato sotto l'albero che produceva quei frutti, ed aveva già dovuto affrontare una pioggia di quei proiettili. Nonchè di insetti schifosi, dato che la persona che aveva provocato la caduta di quella roba aveva tirato un calcio alla corteccia dell'albero facendo cadere giù un mucchio di robaccia.
-Ehi. Sapresti ritrovare l'albero da cui li hai presi e portarmici, razza di gattaccio spelacchiato?-lo ammetteva, da quando gli aveva raccontato dei suoi poteri, aveva preso a chiamarlo con nomignoli simili, e la cosa lo divertiva particolarmente.
 
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Keitaro
view post Posted on 15/10/2012, 14:59




Hihihi, esagerato...
Pensò fra sé e sé mentre se la rideva sotto i baffi. Non li aveva certo lanciati con forza, e guardalo lì, a lamentarsi come se fossero stati sassi. Il solito melodrammatico.
Abbastanza - ammise sghignazzando, smettendo di stare accovacciato sul ramo ed uscendo allo scoperto, rimanendo aggrappato solo per i piedi e penzolando beatamente con le braccia incrociate dietro la nuca.
Dì un po', chi è stato il pazzo che ti ha messo in mano le pistole da guardian? Con la mira che ti ritrovi faresti meglio a darti all'uncinetto!
Continuò, dondolandosi un po' dopo aver facilmente schivato il pessimo lancio dell'altro.

Dopotutto era esattamente per quello che gli piaceva fare scherzi a Rei: quando lo si coglieva di sorpresa saltava come un grillo, anche se la cosa più divertente era vederlo cercare di ricomporre la sua aria da adulto scocciato subito dopo. - Che ci fai da queste parti a quest'ora, Biancaneve? Serata moscia?
Stava cominciando a pensare che quella dei giri di ronda fosse solo una scusa per andare in giro a bighellonare, questo avrebbe spiegato un bel po' di cose.
Certo che saprei ritrovarlo - rispose quando l'altro gli chiese col suo solito garbo di portarcelo.
Da quando gli aveva detto quella cosa delle fusa non aveva perso occasione per coniare assurdi nomignoli, la cosa gli dava sui nervi in un modo che Rei neanche lontanamente poteva immaginare. No, anzi. Lo immaginava benissimo, era per questo che continuava a farlo ovviamente.
Non è lontano in linea d'aria, ma non credo che tu ci potresti arrivare da solo, il bosco si fa troppo fitto a un certo punto. Peccato che tu non sia un gattaccio spelacchiato come me, avresti potuto arrivarci saltando sugli alberi...
Vendetta tremenda vendetta.
Ma già, dimenticavo... Non servirebbe a niente comunque, visto che hai pauuuuuura dell'altezza!
Così dicendo, con un ghigno stampato in faccia e un rapido volteggio si ritrovò proprio davanti al suo compagno di stanza. Gli rivolse uno sguardo obliquo e malizioso e, a braccia incrociate, dandogli quasi le spalle, si prese una piccola rivincita.
O forse potresti educatamente chiedere scusa a questo povero micetto spelacchiato. Chissà che non cambi idea e ti ci porti in collo...
 
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lošai
view post Posted on 16/10/2012, 17:17




Doveva divertirsi ora che poteva. Rei sbuffò alla sua provocazione, tentando di ignorare la voglia che l'avrebbe volentieri spinto a tirar fuori le due suddette pistole per iniziare a trivellare l'albero e Keitaro di buchi, fissandosi sulla figura dell'altro che, chissà come, tranquillo e beato ondeggiava nemmeno fosse una scimmia. Scimmia gli donava più di gatto spellacchiato effettivamente.
-Tsk. E' buio, non vedo niente. Anche i migliori possono sbagliare in fondo.-disse alzando le spalle dandosi abbastanza arie con quella piccola frase rimbeccata all'altro:-E comunque, l'uncinetto non farebbe per me. Troppo complicato.-concluse pensando a se stesso stile nonna con la cuffietta, la vestaglia, una sedia a dondolo e due ferri in mano con un gomitolo di lana rosa e la dentiera. Ok, l'ultima cosa avrebbe potuto risparmiarsela, ma, già che c'era aveva preferito abbondare con le cose orribili che avrebbero potuto accadergli tra 60 anni. Ma non correva il rischio dopotutto.
Il Biancaneve poteva risparmiarselo, ma Rei lo accettò senza tante storie, accantonandolo insieme all'uncinetto, preferendo non dilungarsi quella volta in fantasie che sarebbero potute essere peggio di lui versione nonna.
Alzò di nuovo le sballe biascicando un "sono in pausa" abbastanza flebile per poi rianimarsi e puntargli un dito contro: -Tu piuttosto. Potrei prendere provvedimenti per averti trovato a saltare di ramo in ramo a quest'ora della notte...-

Sorrise appena quando l'altro rispose alla sua domanda riguardante l'albero. Era perfetto. Poteva farsi un goccio finalmente. Non beveva alcool dalla festa della scuola. Perchè farlo da solo non gli piaceva.
Stava per esultare, quando ovviamente l'altro dovette fare l'odioso come al solito. Era partito più o meno bene. Certo il tono che stava usando non gli piaceva, ma, l'ultima frecciatina era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Com'è che funzionava la storia di Hulk?
Più si arrabbiava più diventava verde e grosso? Bene. Keitaro doveva ringraziare che lui non avesse subito un bombardamento di raggi gamma, altrimenti starebbe già buttando giù a calci l'albero con l'urlo di battaglia di "Rei spacca!" o roba del genere.
Lasciò che il braccio partisse da solo verso l'amato compagno di stanza, tentando di mettere a segno un bel cazzotto in un punto qualsiasi, giusto per togliersi lo sfizio.
-Primo. Non devo chiedere scusa di niente. Secondo. Non ho pauuuuuura dell'altezza. Soffro un poco di vertigini. E terzo, se non vuoi accompagnarmi non importa. Lo troverò da solo prima o poi. Quarto. Perchè me ne stavo scordando, non ci sono micetti spelacchiati qui, ci sono solo scimmiacce dispettose.- disse rifacendogli il verso. E cambiando animale a cui assimilarlo.
 
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Keitaro
view post Posted on 16/10/2012, 17:45




E da quando è vietato sgranchirsi le gambe nel bosco?
Fece per tutta risposta Keitaro, per il quale non sarebbe cambiato assolutamente nulla anche se un divieto del genere fosse esistito davvero.
Sì, certo, come no, levatemi anche questo sfogo e poi davvero sgozzo il primo che mi capita! tsk...
Nel frattempo aveva raggiunto Rei in terra, e per fortuna con la coda dell'occhio stava osservando la sua reazione per non perdersene neanche un secondo, perchè in un attimo si vide fare pelo e contropelo da uno dei suoi pugni.
Ovviamente lo schivò senza problemi. Per fortuna, non ci teneva affatto a sperimentare di nuovo le carezze del guardian. L'ultima volta gli era sembrato di esser stato investito da un treno e, se il pulsare della vena sulla tempia dell'altro era direttamente proporzionale alla sua irritazione...beh, meglio togliersi immediatamente dalla traiettoria di quella specie di siluro.
Ehi ehi, sta' calmo! - esclamò, spuntando dietro di lui e dandogli un colpetto in testa - Non c'è mica bisogno di scaldarsi così tanto!
Stava quasi per dirgli una cosa tipo "ok, ok, la smetto. Seguimi" quando alle sue orecchie arrivò la dettagliata lista dei quattro motivi per cui avrebbe lasciato che Rei si arrangiasse da solo. Una specie di dejà-vu...

Accomodati, signor pur-di-non-chiederti-scusa-mi-avventuro-da-solo-nel-bosco... - sghignazzò, conscio del fatto che prima o poi l'avrebbe rivisto tornare indietro a testa bassa, e determinato a godersi la scena con tanto di popcorn. - Trovatelo da solo il tuo alberello, vediamo che cosa sai fare! Io ti aspetto qui - disse, mettendosi comodamente sdraiato a pancia in su.

Certo però che pensandoci benei... ma sì, sarebbe stato molto più divertente seguirlo dall'alto senza farsi vedere. Bastava dargli un po' di vantaggio e partire una volta che lui si fosse addentrato tra gli alberi. Sì sì... vederlo imprecare contro la vegetazione gli avrebbe garantito sufficiente materiale su cui farsi due risate per almeno una settimana.
Socchiuse gli occhi, facendo finta di niente, ma spiando in realtà le mosse di Rei.
 
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lošai
view post Posted on 10/4/2013, 13:43




Era inutile insistere con la storia di averlo beccato fuori dalla stanza oltre l'orario di coprifuoco, o quello che avevano gli studenti della Day Class. Keitaro, in qualche modo avrebbe sempre liquidato tutto con una delle sue frasi o con un commento sarcastico.
O, come fece quella volta, ignorando il divieto.
Ma forse era meglio che se ne andasse in giro a sfogarsi tra i rami della foresta. Se si rilassava, era la cosa migliore, e lui di certo non era un guardian esemplare come la sua collega, per cui aveva chiuso parecchi occhi durante la sua carriera, un eccezione poteva perfettamente farla anche per Keitaro.
Basta che non combinava casini.

Il colpo andò a vuoto, come previsto, e non ne tirò un altro, passando a elencare i motivi per cui non aveva bisogno del suo aiuto.
Tsk. Chiedere scusa? Lui? E per cosa?
Non aveva fatto niente di male. L'altro era arrivato e l'aveva bombardato con ghiande per poi prenderlo in giro, di certo Rei colpe non ne aveva. Era più innocente dell'acqua santa.
Se voleva mandarlo da solo, ben veniva.
L'avrebbe trovato, e non avrebbe offerto niente.
Si calmò improvvisamente, mettendo su una faccia seria, incrociando le braccia, guardandolo con un'espressione di superiorità forse un po' troppo provocatoria:-D'accordo. Non ci vorrà niente a superare un po' di boscaglia. Guarda e impara Keitaro.-disse senza attendere risposte - o provocazioni- da parte dell'altro e iniziando a guardarsi intorno, cercando il punto esatto in cui andare. Decise alla fine, non ricordandosi proprio dove poteva essere passato qualche anno prima, di andare dritto, passando dietro l'albero dove si trovava, credendo che Keitaro fosse venuto da quella direzione.
 
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Keitaro
view post Posted on 10/4/2013, 13:51




non ci credo... O_O


Sì sì, avrebbe guardato e imparato certo.
Per tutta risposta, ridacchiando sotto i baffi senza farsi vedere, si limitò ad assumere una posizione un po' più comoda e a chiudere gli occhi come se volesse sonnecchiare.
Buona fortuna. borbottò.
Rei aveva imboccato prevedibilmente il sentiero sbagliato, da quella parte si arrivava a un ruscelletto.
Aspettò che si fosse inoltrato per bene nel bosco e poi, senza fare assolutamente nessun rumore, lo seguì scivolando di albero in albero.
Prima o poi gliel'avrebbe indicata la strada, voleva solo poter dire "te l'avevo detto" e farsi un paio di risate alle spalle del compagno.
 
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lošai
view post Posted on 10/4/2013, 14:09




Eheheheh, miracolo.


Bene. Nessuna risposta sarcastica.
Alzò le spalle a quel buona fortuna e s'incamminò, sparendo dopo poco nel buio del bosco. Doveva ammettere che non era proprio pratico di quel posto, e di notte ben poche volte si era spinto in fondo nel bosco. Non da solo per lo meno.
Non che avesse paura certo. Però non sapeva cosa poteva esserci in quello strano boschetto della Cross, animali strani, forse pure serpenti che avrebbero potuto ucciderlo senza che nemmeno se ne rendesse conto.
Sì, Rei è molto melodrammatico, quindi pensare a varie morti, lo tira su di morale il più delle volte.
La foresta non si era infittita, e ciò era un brutto segno, dato che Keitaro gli aveva detto che prima dell'albero dalle foglie rossicce, la foresta si sarebbe fatta più intricata, e i rumori che iniziava a sentire, a causa del troppo silenzio potevano definirsi quasi insopportabili.
Fruscii di rami, versi di uccelli notturni e altri rumori che non riusciva bene ad identificare si facevano sempre più insistenti.
Una flebile luce si aprì davanti a lui, e camminando più svelto arrivò ad un fiumiciattolo che rifletteva la luce della Luna e le stesse sopra lo specchio d'acqua.
Cercò di ricordare se vicino all'albero ci fosse una cosa del genere, ma la sua memoria sebbene vecchia e arruginita non gli restituì un ricordo simile, quella era la prima volta che vedeva quel posticino, per cui doveva aver sbagliato strada.
Dove non poteva saperlo.
Sospirò ritornando sui suoi passi, prendendo una strada che per lui era verso nord, e continuando con la sua esplorazione nel bosco della Cross.
Continuò per altri dieci minuti buoni, ma, improvvisamente, non sapeva come, ritornò allo stesso ruscelletto di poco prima. La solita vena pulsante si manifestò sulla fronte, e incavolato come non mai, sbattendo un piede per il nervoso (cosa che gli capitava quando le cose non andavano come voleva) riprese un altro sentiero, dalla parte opposta.
Rifinendo dopo altro tempo perso a girare in tondo, nuovamente in quel dannato ruscelletto.
-Ma stiamo scherzandoooo?!!- urlò tirando un calcione ad uno dei poveri alberi al limitare dello specchio d'acqua, irritato peggio di una biscia.
Ma non sarebbe tornato indietro a supplicare Keitaro.
Avrebbe continuato per conto proprio. Ci fosse voluta tutta la notte, sarebbe arrivato al punto prestabilito.
-E che diamine.- borbottò, guardandosi di nuovo intorno, cercando il punto esatto per una nuova esplorazione.
 
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Keitaro
view post Posted on 10/4/2013, 14:25




Rei camminava incerto lungo la strada che aveva scelto, guardandosi intorno come se temesse che qualcosa di inaspettato potesse sbucare da chissà dove. Si vedeva che non era molto pratico di passeggiate notturne in campagna, e dopotutto il bosco di notte non era mai qualcosa di raccomandabile.
Non si era accorto di lui, bene.
Giunto al ruscello lo vide spaesato, sicuramente non gli tornavano un po' di conti. Poi imboccò un sentiero ad ovest e, come per magia, lo vide rispuntare dal lato opposto sempre nel punto di partenza.
Si mise una mano davanti alla bocca per non ridere, e si avvicinò un altro pochino.
Poi di nuovo. Eccolo lì, il tic di disappunto che faceva capolino sulla tempia... stava lì lì per sbottare... E infatti, dopo poco, sbottò sbattendo i piedi sul terreno come un bimbo capriccioso.
Era così buffo che quasi quasi gli faceva tenerezza, fu quasi tentato di uscire allo scoperto, ma com'era prevedibile il guardian non aveva nessuna intenzione di tornare sconfitto da dove era arrivato.
Doveva ammettere che quanto a cocciutaggine quando ci si metteva gli somigliava parecchio.
Lo lasciò girare in tondo fino a quando lo ritenne opportuno, cioè fino a quando non si fu stancato di ridere del suo scarsissimo senso dell'orientamento, poi pensò che non era più divertente.
GRRRR!!
Simulò il ringhio di un cane rabbioso per spaventarlo e dopo poco la sua testolina rossa comparve da una delle fronde dell'albero su cui era rimasto appollaiato a godersi la scena.
Guarda, non sono certo il tipo a cui piace dire certe cose ma... te l'avevo detto. Tzk.
Lo rimbrottò, incrociando le braccia al petto. Poi fece un ruzzolone apparentemente letale giù dal ramo ed atterrò illeso al cospetto del testardo ragazzo.
Si vede che non sei cresciuto in campagna. poi gli diede le spalle, si piegò sulle ginocchia e gli fece cenno di salirgli in groppa.
Monta su, ti ci porto io capoccione...
 
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lošai
view post Posted on 10/4/2013, 14:39




Il ringhio gli fece raggelare il sangue.
Che cosa aveva liberato il preside in quella dannata foresta? Cani da guardia? Mostri strani? Esperimenti falliti di quella scienziata che aveva visto parecchi mesi prima?
La figura di Keitaro sbucò poco dopo, facendogli scappare un minuscolo sussulto, avrebbe fatto più effetto se fosse uscito gridando "Buh", ma tranquillizzandolo non poco, dato che era più che possibile che Rei si fosse perso e ritrovare la strada giusta sarebbe stato non poco complicato.
La cosa passò in secondo piano quando capì che l'altro era rimasto a guardarlo girare in tondo per tutto quel tempo, magari anche ridendosela di soppiatto per i suoi problemi.
Non si arrabbiò.
L'avrebbe fatto anche lui, quindi capiva perfettamente. Anzi, sperava si fosse divertito abbastanza, perchè di certo per la giornata lui aveva finito di dare spettacolo.
Sbuffò infastidito a quel "te l'avevo detto", pur sapendo che l'altro aveva ragione, e che il suo orientamento era scarsissimo, Rei aveva fatto di testa sua e aveva solo che perso del tempo prezioso, che magari avrebbe potuto consumare dormendo o lavorando, o benvendo qualcosa disseppellito da sotto l'albero.
Per quanto riguardava la campagna... Rei era un tipo da città e vicoli. Aveva passato del tempo su di una montagna, a casa dello zio, ma non aveva mai fatto un giro nei boschi, e di solito non si allontanava mai dalle mura domestiche.
-Dovrei per caso dire che mi dispiace e che avevi ragione tu?-domandò, sottointendendo che non l'avrebbe mai fatto, anche se magari un grazie, impegnandosi avrebbe potuto tirarlo fuori.
Quando si abbassò dicendogli che gli avrebbe dato uno "strappo" fino al punto esatto, per poco non impallidì.
-Spero per te che tu stia scherzando. Se pensi che io ti salga in spalla per farmi sballottare di qua e di là tra i rami, in stile "Libro della giungla", beh... Devi aver fumato della roba pesante.-
Con tutto il rispetto per i suoi metodi salterini ma, non ce l'avrebbe fatta. E poi era una cosa imbarazzante farsi portare da qualcun altro in spalla.
 
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Keitaro
view post Posted on 10/4/2013, 15:10




Sarebbe un buon inizio..
Sorrise, gli era già passata l'impermalositura (chissà se esisteva il termine impermalositura) di poco prima.
Adesso era più che altro curioso di sapere per quale motivo Rei ci teneva tanto a quell'albero da rischiare di perdersi in piena notte nel bosco della Cross.
Certo non si aspettava una risposta esultante alla proposta del passaggio, ma l'altro obiettò in maniera così categorica che... beh, non gli rimaneva altro da fare che coglierlo di sorpresa, afferrarlo per il busto come un sacco di patate e iniziare la sua ascesa verso il cielo.
Ci avrebbero messo molto meno, cinque minuti al massimo, non era poi una tragedia. In onore del "libro della giungla" sopracitato si lanciò anche in qualche maldestro "AHAHAHAHAAAAA" battendosi il petto, così, per sdrammatizzare. Se non era un cuore gentile lui allora sfido chiunque a trovarne un altro.

Dopo cinque minuti e quaranta secondi erano arrivati. Il viaggio era finito. Atterrò insieme alla sua zavorra e controllò che non fosse morto per lo spavento.
 
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lošai
view post Posted on 10/4/2013, 16:43




-Beh. Effettivamente avrei dovuto pensare al mio senso dell'orientamento prima di fare qualsiasi cosa.-disse senza sprecarsi poi più di tanto, aggiungendo soltanto un "grazie" alla fine del discorso, perchè non avrebbe ritrovato la strada nemmeno ad impegnarsi e un aiuto era più che accetto.
Aveva sbalzi d'umore notevoli, arrabbiato, felice, triste, arrabbiato nuovamente; non rimaneva troppo fisso su delle emozioni, anche perchè cambiavano repentinamente, e di stare troppo tempo arrabbiato o triste non gli piaceva, quindi cercava di mantenersi sempre sull'emozione "felice"; per quanto difficile delle volte fosse.

Per il fatto del trasporto, perchè non gli si dava retta?
Quando si sentì afferrare, anche se colto di sorpresa, cercò di puntare i piedi, tirarsi giù per quanto difficoltoso potesse essere (ma quanta forza aveva quella scimmia?), ma tutto fu vano. Per cui l'unica cosa che rimaneva da fare era aggrapparsi più forte che poteva al braccio dell'altro, evitare di urlare, e di fare qualsiasi altra cosa imbarazzante.
La cosa non fu particolarmente traumatica, alla fine se non guardava giù, poteva quasi dire di non essere così in alto, dato che Keitaro stranamente aveva un equilibrio su quei rami invidiabili.
Lasciò perdere la parte degli urli dell'altro, perchè se avesse aperto bocca rischiava di urlargli contro cose ben peggiori.
Alla fine, dopo un tempo imprecisato, forse cinque minuti, arrivarono sotto l'albero dalle foglie stellate di colore rossiccio.
Ma, quanto in più ci avrebbero messo camminando?
Quando l'altro atterrò si staccò da lui in maniera forse troppo scocciata, e appoggiò le mani sulle ginocchia, aprendo gli occhi per osservare bene il terreno sotto di lui.
"Terra. Terra. TERRA."
Dopo un paio di respiri profondi, si rialzò dalla posizione e fulminò con lo sguardo Keitaro, pensando a qualcosa di cattivo da dirgli, ma facendo vagare il cervello a vuoto dato che non gli veniva in mente niente di niente a causa del volo.
 
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Keitaro
view post Posted on 10/4/2013, 19:30




E meno male che "soffri solo un pochino di vertigini"!
Lo canzonò Keitaro quando vide il passeggero staccarsi bruscamente da lui e inginocchiarsi al suolo, manco fosse Cristoforo Colombo appena approdato a San Salvador.
Lo sguardo elettrico che gli venne rivolto gli fece presagire dure ripercussioni, e arretrò un pochino per paura di beccarsi un uppercut degno di un campione del mondo di pugilato.
Poi, una volta accertatosi che non ci fossero pericoli immediati per la sua mandibola, tornò ad avvicinarsi.
Ora che siamo qui me lo dici che ha di tanto speciale questo albero? A me sembra solo molto arancione.

Forse ci aveva inciso sopra le iniziali sue e della sua ragazza? O forse ai suoi piedi era nascosto un tesoro?
Naaa... sicuramente era la prima. E forse, data la popolarità del guardian tra le studentesse della day class, di iniziali ce n'erano parecchie.
Ora che ci pensava, prima o poi gli avrebbe chiesto qualche consiglio a riguardo.
 
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lošai
view post Posted on 19/4/2013, 09:40




Niente ripercussioni.
Non ce l'avrebbe fatta a mettere a segno qualcosa di decente in una condizione del genere, e farlo più tardi per rivendicare un torto subito l'aveva sempre trovato non poco inutile.
Quindi Keitaro era salvo dalla sua ira divina.
Si rimise in piedi con tutta la calma possibile, stando ben attento a non far rivenire su la propria cena, guardandosi per la prima volta in giro, e notando che quello scapestrato l'aveva portato perlomeno nel luogo in cui desiderava andare, ed effettivamente non l'aveva preso per il culo.
-Bene. Il mio sacrificio non è stato vano.-disse con un tono melodrammatico fino al midollo, resistendo all'impulso di usare qualche posizione tragica con mani sul viso e roba del genere.
Girò per un attimo intorno all'albero, ormai del tutto ristabilitosi dal volo salterino, e lo osservò attentamente, cercando qualcosa che avrebbe dovuto indicargli che era proprio l'albero che stava cercando.

Non rispose alla domanda dell'altro immediatamente, e continuò il suo giro di perlustrazione, toccando la corteccia per sentire meglio lo squarcio che era stato provocato.
Quando erano andati a seppellire le birre sotto l'albero avevano utilizzato una pala e quel cretino del suo amico l'aveva, per sbaglio, conficcatta nella corteccia provocando un bello squarcio che sicuramente in un paio d'anni non si era ancora rimarginata del tutto.
-Aha! Eccolo qui!-esclamò indicando il punto a Keitaro, con una faccia che esprimeva contentezza da tutti i pori, per Rei era alquanto semplice cambiare umore come fosse un guanto che poteva essere rigirato a suo piacimento.
Ora il problema però era disseppellire le birre.
Non si era portato una pala dietro.
 
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37 replies since 2/10/2012, 11:45   504 views
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