| La vita da collegiale, diciamolo, proprio non gli si confaceva. Era la prima estate, da quando era nato, che aveva trascorso in maniera così inutile. Non che le novità fossero state poche, ma a parte un paio di enormi cambiamenti esistenziali e qualche occasione in cui aveva temuto per la sua vita, a parte quello i giorni erano scivolati via uno dopo l'altro senza niente da fare se non poltrire in posti sempre diversi. Insomma, si annoiava incredibilmente. A lui non piaceva oziare, tutt'altro, era un tipo costantemente in movimento, amava fare cose e chiacchierare, scherzare, buttarsi a capofitto in tutto ciò che faceva, e da quando era arrivato in accademia non era ancora riuscito a ritagliarsi uno spazio tutto suo. Non fisicamente (lo spazio fisico se l'era ritagliato fin troppo bene mettendo da subito in chiaro quale fosse la sua parte di stanza da non oltrepassare...) no, quello che gli mancava era ritrovare la sua dimensione di persona, riprendersi ciò che lo aveva sempre reso se stesso al di là di tutto il resto, vampiro o non vampiro. Aveva iniziato da poco a pensarla in questi termini, probabilmente stimolato dall'incontro con quella vampira che aveva suonato per lui, incontro durante il quale aveva capito che gran parte del problema era rappresentato non tanto dalla sua nuova condizione, quanto dal modo in cui la stava affrontando. Sissignore, lo sapeva benissimo che questo era ciò che gli andavano ripetendo tutti fin dall'inizio, ma doveva accorgersene da solo o non sarebbe servito a niente. Stava anche cominciando a farci il callo con quei nuovi ritmi e, per lui che aveva sempre avuto paura del buio, era una gran conquista il fatto di riuscire a gironzolare di notte anche quando la luna non era proprio piena e anzi, a dire la verità, le sue passeggiate/allenamenti notturni stavano diventando la parte della giornata che preferiva. Poteva prendere aria, muoversi, correre, sfogare tutta l'energia che aveva e che altrimenti, continuando ad imbottigliarla, prima o poi sarebbe esplosa di brutto, come testimoniavano i numerosi scatti d'ira che aveva nei confronti dei poveracci che gli capitavano davanti dopo le notti di luna nuova. Al momento, Keitaro stava rimbalzando da un ramo all'altro, non si stancava mai di fare acrobazie da quando aveva scoperto di cosa fosse capace il suo corpo, ma nel frattempo stava anche cercando di capire da che parte fosse l'istituto. Si era spinto un po' troppo oltre nel bosco dell'Accademia e, addentrandosi per seguire un animale strano che non aveva mai visto, aveva perso la strada. Ad un tratto, notò che tra le chiome degli alberi ve ne era una un po' più rossa delle altre, da lontano si sarebbe detto un acero per il quale l'autunno doveva essere arrivato un po' in anticipo. Si avvicinò ad esso per guardarlo da vicino: una delle cose che amava di più in assoluto era godersi le prime foglie dorate che segnalavano il cambio di stagione, di solito ci andava con Miku a cercarle e poi, trovati gli alberi più adatti ci tornavano il giorno dopo con tutta la banda. Stavolta era solo, ma si sarebbe accontentato. Non era ancora pronto a incontrare Miku perchè temeva ancora di farle del male, l'ultima volta quel profumo gli aveva dato alla testa molto più del normale... ed ecco un altro motivo per cui stava seriamente iniziando a pensare all'eventualità di passare "all'altra sponda", quella dei vampiri C ovviamente. Giunto che fu lì sotto, con sua somma sorpresa si accorse che non era di un acero che si trattava, bensì di un albero che aveva visto tante volte nel suo paesino al Nord, un albero che lui da piccolo aveva ribattezzato "kaoki" facendo un mix tra le parole "kaoru", profumo, e "ki", albero, ma che in realtà suo padre chiamava Liquidambar. Da esso era usanza estrarre una resina molto profumata, che veniva opportunamente trattata (lui non sapeva farlo ma suo nonno sì) e bruciata nelle occasioni di festa, ne bastava poca per profumare un intero tempio! Mentre i grandi si occupavano dell'estrazione della resina, di solito i bambini si dedicavano alla raccolta dei frutti che non avevano alcuna utilità pratica dal momento che non erano commestibili nè profumati ed erano legnosi, ma erano ottimi proiettili da fionda, tutti tondi e con quegli aculei che una volta attaccati ai maglioni di lana non venivano più via! La tentazione fu troppo forte. Con un sorriso stampato in faccia Keitaro raccolse quanti più frutti potè, infilandoseli nelle ampie tasche dei pantaloncini. Non che avesse nulla da farci, ma in quel momento gli sembrarono alla stregua di un piccolo tesoro. Era come ritornare bambini, randagi e felici a trafficare tra foglie rosse e gialle. Con le tasche piene di quello strano bottino, si drizzò sul ramo più alto e, finalmente, adocchiò i tetti grigi della scuola, neanche troppo lontani. Riprese a saltare di ramo in ramo in direzione dell'Accademia, con in testa ancora quei ricordi che non sarebbero più tornati, ma che di tanto in tanto non era male ripercorrere con la mente per ricordare a sé stesso che non gli erano mai piaciute le persone come quella che lui stesso stava diventando. Un improvviso fruscio dal basso attirò la sua attenzione. Sperò che fosse lo strano animale che aveva seguito poco prima, e si sporse appena appena. Uno strano animale c' era di sicuro, si era appena alzato di scatto e poi disteso, ma quello lo conosceva fin troppo bene. Che ci faceva lì a quell'ora di notte? Ah già.. dimenticava sempre che Rei era un Guardian, e che gli toccava fare la ronda quasi tutte le sere. Certo che anche lui faceva una vitaccia... era un umano ma i suoi ritmi erano peggio di quelli di un vampiro, ciò nonostante non lo aveva mai sentito lamentarsi una volta. Ma forse semplicemente lo faceva di nascosto. Ecco, Rei era una persona che non capiva ancora fino in fondo. Tutto sommato non gli dispiaceva come tipo, aveva del potenziale, solo che proprio non riuscivano ad andare d'accordo. Mah. Chissà come mai poi? - pensò, sinceramente meravigliato della cosa, mentre tirava fuori dalle tasche i proiettili raccolti poco prima per lanciarli a mo' di grandinata sul bell'addormentato lì di sotto...
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